La Lega Serie A e Google stringono un’intesa avente ad oggetto la rimozione delle app IP TV che trasmettono illecitamente le partite del campionato italiano di calcio.
La Lega Serie A e Google danno un calcio alla pirateria. All’indomani dell’operazione “Black Out” che ha portato all’oscuramento di 1,5 milioni di abbonati alle IP TV, una nuova iniziativa si erge incontrastata al fine di attenuare il dilagante fenomeno del “pezzotto“. Protagonisti due alleati d’eccezione, pressoché antitetici nei loro campi eppure legati a doppio filo in una battaglia in cui si intrecciano questioni sottese alla violazione della legge sul copyright e alla pubblicazione sul Play Store di contenuti per così dire “poco ortodossi”.
L’accordo siglato tra la Lega Serie A e Google ha il compito di tutelare reciprocamente i due brand dalle conseguenze provocate dall’illecito utilizzo delle IP TV. In particolare, la prima potrà far valere meglio la titolarità del diritto d’autore sui propri contenuti – nel caso di specie, le partite del campionato di calcio, la cui riproduzione è esclusivamente affidata ai licenziatari DAZN e SKY – mentre la seconda avrà l’agevolazione di migliorare la qualità del proprio store, eliminando applicazioni aventi finalità riprovevoli.
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Si tratta, a conti fatti, di una intesa avente più obiettivi di tipo curativi che preventivi. La conseguenza più immediata è pressoché lapalissiana: a margine dell’ufficializzazione della ratifica, Google ha infatti annunciato di aver rimosso dal Play Store alcune app che riproducevano in modo illecito le partite del campionato di calcio della Serie A. E tale impegno proseguirà anche in futuro, grazie ad uno specifico algoritmo di Big G progettato specificamente per “fiutare” i programmi controversi e cestinarli senza troppe remore.
“Sebbene i risultati ottenuti siano evidenti, non bisogna abbassare la guardia nel contrasto ad un fenomeno che danneggia non soltanto i titolari dei diritti, ma anche i licenziatari e i tifosi” – ha affermato Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A. Di analogo tenore è il commento pronunciato da Fabio Vaccarono di Google Italia, secondo cui “la lotta alla pirateria è per l’azienda americana un impegno costante e centrale“.
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Nel frattempo continuano incessanti le diffide della Lega Serie A verso gli hosting provider. Come emblematicamente riportato in una nota ufficiale, l’organo che gestisce l’organizzazione del campionato italiano di calcio ha infatti da tempo messo nel mirino Cloudflare. Inequivocabile, in quest’ottica, il recente pronunciamento del Tribunale di Milano, che ha condannato la multinazionale americana ad oscurare le IP TV dedite alla trasmissione illegale delle partite di calcio della Serie A.
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