Craig Federighi dice la sua sul Sideloading su iPhone, confermando la dura posizione negativa assunta sul punto da Apple. I motivi di una tale scelta spiegati dal dirigente, che utilizza anche un particolare paragone
Uno degli argomenti “caldi” dell’ultimo periodo è rappresentato dall’impossibilità di effettuare il Sideloading su iPhone. Un diktat da cui l’addì Tim Cook ha più volte preso le distanze, malgrado l’ombra del Digital Markets Act europeo, che legittimerebbe invece gli sviluppatori a distribuire le app al di fuori dell’App Store, smantellando e bypasssando di conseguenza l’esclusività del negozio ufficiale dove scaricare i programmi per gli smartphone e tablet della “mela”.
Per i meno esperti con la tematica, il Sidealoading consiste nella possibilità di installare applicazioni al di fuori dell’App Store. Un fattore presente invece sul sistema operativo Android e più volte respinto da Apple (quantomeno sul lato mobile, visto che sui Mac si tratta di una pratica ammessa) per ragioni esclusivamente attinenti alla sicurezza. Secondo il ragionamento dei massimi dirigenti del gigante di Cupertino, aprire iOS e iPadOS a store di terze parti comporterebbe infatti un incremento dei malware, adducendo i paragoni con il “robottino verde” al fine di rafforzare la propria tesi difensiva. Dall’altro canto, il venir meno dell’esclusività dell’App Store costituirebbe un incentivo per la concorrenza, motivazione quest’ultima alla quale si è rifatta la Commissione Europea con una disposizione del suo Digital Markets Act.
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Ci troviamo di fronte insomma a due esigenze contrapposte, ma per Apple la sicurezza legittima uno sbilanciamento delle due pretese verso la soluzione ritenuta più restrittiva. Lo si intuisce anche dalle parole di Craig Federighi, capo dell’ingegneria software dell’azienda di Cupertino, che in un passaggio del Web Summit 2021 in scena a Lisbona, ha voluto dir la propria sul Sideloading su iPhone. E naturalmente la posizione assunta dal dirigente è perfettamente conforme a quella di Tim Cook.
Come riportato in uno stralcio dell’intervista, Federighi paragona l’iPhone come una grande casa dotata di un sistema di sicurezza eccezionale. Quali sarebbero – si chiede il capo dell’ingegneria software di Apple – le conseguenze se venisse approvata una legge (in questo caso il riferimento è al Digital Markets Act, ndr) che costringe ad attenuare la sicurezza dell’abitazione? Il riferimento alla grande casa non è casuale, giacché come ricordato dallo stesso Federighi, l’iPhone (e più in generale gli smartphone) rappresentano un enorme contenitore dove far convogliare tutto ciò che è di nostro e intimo, ossia i dati personali e sensibili.
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Inequivocabile è perciò la conclusione del dirigente: “il Sideloading è il migliore amico dei cybercriminali“. E anche in questo caso non può non mancare un raffronto con Android, dove a detta di Federighi ci sono 5 milioni di attacchi al mese. Malgrado l’ombra del Digital Markets Act, Apple continua dunque a insistere su un atteggiamento più conservativo ma reso tuttavia necessario per per garantire standard di sicurezza elevati tanto agli utenti quanto agli sviluppatori.
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