Signal non funziona: la rivale di WhatsApp si blocca a suon di utenti

Signal è costretta ad alzare bandiera bianca dopo la mole di registrazioni del fine settimana: l’app rivale di WhatsApp ha smesso di funzionare per più di 24 ore.

Signal down
Il logo Signal (Signal Twitter)

Non possiamo certo parlare di brutta figura, ma di un fisiologico – nonché pronosticabile – passo falso. Signal, app chiacchieratissima in questi ultimi giorni dopo la modifica alle condizioni d’uso di WhatsApp, ha infatti subìto una battuta di arresto durante l’appena trascorso fine settimana. Nel caso di specie, la piattaforma di messaggistica istantanea è rimasta inaccessibile per circa ventiquattro ore, complice la gran mole di accessi registrati contemporaneamente, che ha di fatto ingenerato un improvviso blocco ai server.

In fondo, c’era da aspettarselo, giacché Signal è finita al centro dell’attenzione della rete, specie per la sua natura di applicazione alternativa a WhatsApp: l’attenzione massima verso la sicurezza rappresenta infatti un mero contraltare rispetto alla più blasonata piattaforma controllata da Mark Zuckerberg, che ha recentemente ufficializzato la sua intenzione di condividere i dati degli utenti con Facebook (ma non in Europa, si badi).

L’afflusso copioso di nuovi iscritti ha pertanto comportato dei malfunzionamenti nei servizi dell’applicativo, segnatamente con l’impossibilità di inviare messaggi ad altri utenti. “Signal sta riscontrando alcune difficoltà tecniche“, ha affermato la società a mezzo del proprio account Twitter. “Stiamo lavorando duramente per ripristinare il servizio il più rapidamente possibile“, hanno aggiunto gli sviluppatori. In effetti, il sito web di monitoraggio DownDetector ha mostrato un deciso innalzamento delle segnalazioni circa problemi con l’app nella forbice compresa tra il 16 e il 17 gennaio.

Ad ogni buon modo, il malfunzionamento pare essere rientrato, come confermato dalla stessa Signal tramite Twitter.

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Le migliori caratteristiche di Signal

Signal non funziona
(AdobeStock)

Signal si iscrive nel novero delle migliori applicazioni alternative a WhatsApp, sulla falsariga del più conosciuto Telegram (per inciso al secondo posto in Italia, a fronte di un tesoretto di ben 13 milioni di utenti). Il motivo per cui l’app è finita al centro dell’attenzione della rete è presto detto: la forte sicurezza dei dati. Tra i punti indubbiamente a favore di Signal spicca infatti non soltanto la crittografia dei messaggi (peraltro introdotta ancor prima di WhatsApp), ma soprattutto una bassa concentrazione nella memorizzazione dei metadati (ossia di informazioni particolarmente sensibili, tra le quali spicca soprattutto la data di invio di un messaggio o di una chiamata e l’accesso recente dell’utente). Apprezzabile è altresì la natura open source dell’app, che permette agli sviluppatori di approntare subito miglioramenti sotto il versante della sicurezza.

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Signal vanta comunque ulteriori frecce nel proprio arco: l’invio di messaggi che si autodistruggono, le chat segrete, l’invio di messaggi a tempo, ma anche la crittografia completa, coinvolgendo finanche il backup. Si tratta indubbiamente di peculiarità assai gradite per gli utenti, e questo ha certamente ingenerato – complice anche la notorietà acquista in questi giorni – un intoppo ai server. L’auspicio è che gli sviluppatori abbiano preso d’insegnamento il recente accadimento, così da evitare ulteriori afferenti problematiche in futuro.

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