Il mercato della Smart Home segna numeri altisonanti in tutto il mondo, complice anche il successo ottenuto dalle apripista America e Cina. Buone le prospettive in Italia.
Un recente rapporto del Centro studi TIM offre piena misura del successo raggranellato in questi anni dal mercato della Smart Home. I numeri snocciolati dagli esperti sono da capogiro e tratteggiano una crescita a ritmo pressoché costante: l’interessante tesoretto di 68 miliardi di euro registrato lungo l’intero 2020 è infatti accompagnato da un incremento medio annuo dell’intero indotto corrispondente a circa il 17%. Ed è proprio su tali basi che trova conforto la previsione abbozzata a lungo raggio: nel 2023 appare quantomeno auspicabile il raggiungimento della mastodontica quota di 110 miliardi di euro.
Numeri dunque altisonanti, sebbene a far da traino siano soprattutto due territori per così dire nevralgici. Stando al rapporto “Internet of things nelle case italiane”, America e Cina costituiscono infatti i mercati più redditizi, a fronte di una crescita rispettivamente pari al 20% e al 40% nel 2019. Volgendo lo sguardo al Vecchio Continente, risulta invece interessante rimarcare il dato relativo all’Italia, inserita a braccetto con la Spagna nel novero dei territori con le migliori prospettive future. Per dirla con parole più semplici, il mercato della Smart Home dovrebbe registrare in ambedue i paesi un ragguardevole successo da qui ai prossimi anni, forte anche di colossi (segnatamente Germania e Inghilterra) già consolidati all’interno del settore.
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Il rapporto promosso dal Centro studi TIM offre inoltre l’opportunità di toccare con mano le conseguenze provocate dall’attuale emergenza pandemica nel mercato della Smart Home. Appare in quest’ottica dirompente un dato: benché il numero delle vendite relative agli oggetti “smart” sia in flessione lungo tutta l’Europa – complice evidentemente la crisi economica che ha attanagliato diverse famiglie – sempre più persone utilizzano quotidianamente preziosi gadget tecnologici dispensati nelle abitazioni.
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In buona sostanza, nel 2020 si è assistito ad uno smercio a ranghi ridotti di oggetti smart casalinghi, mentre è invece aumentato l’interesse Interessante il numero afferente all’Italia: per ogni dieci case, si registrano sei oggetti “smart”. Meglio fa il Regno Unito (18 oggetti smart per ogni 10 case) e la Germania (16 oggetti), mentre i 12 gadget tecnologici valgono alla Francia la medaglia di bronzo.
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