ZTE Axon 30 è il primo smartphone Android ad avere in assoluto 20 gigabyte, cifra addirittura più alta dei migliori notebook. Attenzione però, c’è un trucco.
Mai sentito parlare di espansione virtuale della RAM? È una caratteristica che sta prendendo sempre più piede tra i produttori Android, per la maggior parte cinesi e permette di ampliare per l’appunto virtualmente la memoria RAM di uno smartphone, migliorandone così potenza e prestazioni.
Oppo è stato tra i primi brand a portare sui suoi dispositivi una tale tecnologia e si ritiene che anche Xiaomi dovrebbe fare lo stesso con l’uscita della nuova MIUI 13. C’è però già chi è passato concretamente ai fatti. Attraverso un aggiornamento software distribuito venerdì scorso, ZTE ha incrementato la memoria RAM del suo Axon 30 – smartphone top di gamma, nonché il secondo dispositivo mobile al mondo ad essere equipaggiato di un sensore fotografico sotto al display – portando il quantitativo sino ai 20 gigabyte.
Si tratta di una cifra enorme, addirittura superiore alla maggior parte dei notebook di fascia alta e dai vantaggi più teorici che pratici, anche in ragione dell’utilizzo standardizzato dello smartphone. Che in fondo non è certo un PC, ma un prodotto che viene spesso utilizzato per leggere notizie, accedere ai social network e scattare fotografie.
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ZTE Axon 30 è il primo smartphone Android al mondo ad avere 20GB RAM
A new under-display camera generation is coming soon…
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— ZTE Device (@ZTEDevice) July 27, 2021
ZTE Axon 30 ha di default 12 gigabyte di tipo LPDDR5, ma grazie all’aggiornamento delle scorse ore tale quantitativo è stato portato appunto a 20GB, allocando i residui 8 gigabyte in modo virtuale. Saranno contenti gli irriducibili della scheda tecnica, mentre ZTE brinda ancora ad un altro record certamente di rilievo: oltre ad esser stato il primo brand a inaugurare i sensori fotografici under-display, è anche il primo produttore al mondo a inserire 20 gigabyte su uno smartphone.
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Siamo certi che tanti altri produttori ricorreranno a tale espediente per potenziare la memoria RAM dei propri dispositivi, accorgimento quest’ultimo che forse avrebbe un’efficacia reale e tangibile nei prodotti più economici, piuttosto che in quelli già completissimi (per non dire anche troppo) nelle loro schede tecniche.