Effetto a cascata. La crisi dei chip e l’aumento inevitabile del suo prezzo, potrebbe costringere Apple ad alzare il prezzo degli imminenti iPhone 13, che dovrebbero essere lanciati a settembre, nonostante a tutt’oggi manchi una data precisa e, soprattutto, ufficiale, anche per i Watch Series 7.
Negli ultimi anni, Apple si è impegnata a raggiungere un pubblico sempre più ampio, abbassando, più o meno, i prezzi pur mantenendo le sue ottime performance. L’anno scorso, per esempio, il colosso di Cupertino, ha raddoppiato i dispositivi a basso costo con il lancio dell’iPhone 12.
Il Mini non sarà stato un successone, ma ha pur sempre mostrato l’impegno di Apple di ampliare la fan zone dei Melafonini, offrendo versioni più economiche dei suoi prodotti migliori. Sfortunatamente, l’aumento dei costi dei chip potrebbe costringere Apple a tornare indietro sui suoi passi, aumentando di nuovo i suoi prezzi.
Galeotta la crisi dei chip, causa anche una pandemia da Coronavirus tutt’altra che sconfitta. Il mese scorso, Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) ha dichiarato ai clienti che prevede di aumentare i prezzi fino al 20%. Come notato da Nikkei Asia, se tutto ciò corrispondesse a realtà, non solo sarebbe l’aumento più drastico di TSMC negli ultimi due lustri, ma si ripercuoterebbe in maniera pesate sui produttori di smartphone. A cascata, appunto.
Nikkei Asia conferma la crisi dei chip anche in un recente report. Peter Hanbury, partner di Bain & Company, è convinto che gli aumenti dei prezzi su smartphone e PC saranno “notevoli”, il che potrebbe suggerire un prezzo più elevato anche dei prossimi (quattro) iPhone. TSMC, inoltre, è relativamente in ritardo rispetto ad altri produttori di chip, i costi di investimento continuano ad aumentare, da qui la necessità di trasferire parte di tale onere finanziario sui propri clienti.
L’altra considerazione da fare, che pende verso un nuovo rincaro dei prezzi è il desiderio di TSMC di apportare alcuni provvedimenti per fermare una pratica nota nell’ultimo periodo: la doppia prenotazione, ossia quando i clienti effettuano ordini per più chip di quelli di cui avranno effettivamente bisogno. “Lo fanno – assicura Nikkei Asia – per garantire spazio aggiuntivo sulla linea di produzione e supporto da parte dei produttori di chip”.
“Siamo lieti che TSMC alla fine abbia adeguato i prezzi in modo da poter respingere la pratica del double-booking – confema a Nikkei KS Pua, presidente e CEO di Phison Electronics – siamo ancora a corto di forniture e vogliamo più capacità di chip per supportare la nostra crescita per la seconda metà del 2021“.
I clienti di TSMC negozieranno i termini con il produttore di chip prima del 1 ottobre. Quella è la data in cui l’aumento dei prezzi entrerà ufficialmente in vigore: forse i nuovi iPhone si salveranno. Forse. A patto che esca fuori questa benedetta data ufficiale.
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