Smartwatch e smartphone smascherano un orrendo omicidio

Una foto su Instagram, l’ultima di un matrimonio durato un amen. Uno smartwatch legato allo smartphone, decisivo nella svolta delle indagini per l’assassinio di Caroline Crouch. Tanta tecnologia che si è rivolta contro Babis Anagnostopoulos, un po’ marito un po’ carnefice della moglie.

Smartwatch (Adobe Stock)
Smartwatch (Adobe Stock)

Quando quella foto è stata postato su Insta, Caroline, 20 anni, era morta da soli sette giorni, soffocata nella casa di Atene in cui la coppia viveva con la figlia di pochi mesi. La versione del furto con omicidio annesso raccontata da Babi non ha mai convinto gli inquirenti, che sono riusciti a smascherato proprio grazie allo smartwatch indossato dalla moglie e al suo cellulare: strumenti tecnologici che fanno parte della vita di tutti. E la registrano con precisione.

Smartwatch e smartphone, le rivelazioni biometriche svoltano le indagine. Babis confessa

Omicidio risolto grazie a uno smartwatch (Adobe Stock)
Omicidio risolto grazie a uno smartwatch (Adobe Stock)

A incastrare Babis sono state le rivelazioni biometriche dell’orologio della vittima: hanno mostrato che il suo cuore batteva ancora all’ora in cui il marito aveva invece detto che la moglie era già morta. Ma anche il cellulare del pilota ha raccontato un’altra verità rispetto alla sua ricostruzione: quando aveva detto di essere legato, il telefonino aveva registrato i suoi movimenti nella casa. Smartwatch e smartphone, il terzo indizio che ha fatto una prova, sono state le telecamera di sicurezza. Dopo otto ore di interrogatorio, Babis Anagnostopoulos non ha più resistito, confessando l’orrendo delitto.

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La ragazza, di appena 20 anni, era nata nel Regno Unito ma era poi cresciuta in Grecia con i genitori. Il caso riguardante la sua morte aveva fermato il Paese per giorni: secondo una prima ricostruzione, alcuni ladri sarebbero entrati in casa, distruggendo le telecamere di sorveglianza e impiccando il cane alla ringhiera del cortile. Una volta entrati nell’appartamento, avrebbero incrociato l’uomo sulle scale da un piano all’altro.

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Secondo quanto da lui raccontato, lo hanno minacciato e lo hanno poi legato, recandosi in camera da letto dalla ragazza. La 20enne si trovava nella stanza con la figlia piccola.

Continuavano a chiederci dove nascondevamo i soldi – aveva dichiarato il pilota alle forze dell’ordine poco dopo l’omicidio – Io gliel’ho subito detto, ma loro l’hanno uccisa“. Grazie alla tecnologia, però, gli inquirenti hanno confermato i sospetti sulla dinamica del delitto. Queste le menzogne di Babis prima della sua orrenda confessione: la vittima, madre fra l’altro di un bimbo di appena un anno, era stata torturata in casa e poi uccisa dopo un’ora di sofferenze.

Il caso ha sconvolto la Grecia, a tal punto che la tv greca (nazionale) ha interrotto la copertura degli Europei di calcio per annunciare la svolta nelle indagini. Manca ancora un ultimo tassello a termine l’orrendo mosaico: il movente. Non ci sarà bisogno della tecnologia, stavolta, il più è stato fatto.

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