Una nuova sentenza della Cassazione sancisce l’accusa di reato se viene sottratto lo smartphone del coniuge: cosa c’è da sapere
Sui nostri smartphone c’è davvero di tutto al giorno d’oggi. Immagazziniamo qualsiasi tipo di dato, che sia esso video o foto, o un documento o una nota vocale, o di qualsiasi altro genere. Il nostro smartphone è ormai un vero e proprio contenitore portatile della nostra vita, in cui è sincronizzato quasi ogni nostro movimento ed ogni nostra azione. E ovviamente, al suo interno, possono essere nascosti anche i nostri segreti.
Di certo, tra due partner, due fidanzati, compagni, marito e moglie o comunque due persone che hanno una relazione, di segreti non dovrebbero essercene. E un tabù che molte coppie non riescono a superare, in particolare per i coniugi, è quello di controllare il telefono del partner. Ma siamo sicuri che questa pratica possa essere legale e non possa costituire un reato. Ecco cosa ha sancito la Corte di Cassazione.
Sottrarre lo smartphone al coniuge: cosa si rischia
Tutti noi abbiamo sui nostri smartphone delle chat che, per un motivo o per un altro, non vogliamo che il nostro coniuge legga. Magari qualche scheletro nell’armadio, oppure delle tematiche particolari che non vogliamo che il nostro partner scopra, che non implichino per forza un tradimento. Ma di certo, il sospetto di essere traditi, è uno di quelli che di più si insediano in una coppia. E il timore che il tradimento viaggi sullo smartphone è molto forte.
Si cerca quindi di captare qualche segnale quando il nostro coniuge sta scrivendo su una chat del telefono, lì tutto concentrato, e ci si scervella per capire con chi parla. Ed ecco che qualcuno potrebbe avere la malsana idea di sottrarre lo smartphone o di controllarlo. Ma è una pratica che può essere fatta? Siamo sicuri che non costituisca un reato? Ecco tutto quello che bisogna sapere.
Cosa dice la Corte di Cassazione
Quante volte, ammettetelo, avete pensato di voler controllare lo smartphone del vostro partner? Ebbene, se vi dovesse capitare di accedervi in maniera forzata, sottraendolo contro la sua volontà, sappiate che state correndo il rischio di reato di accesso abusivo a sistema informatico. Infatti, costringendo ad indentificare il riconoscimento di identità del partner, o conoscendone gli accessi, comporta un reato punibile.
Infatti, comporta anche una grave violazione della privacy, così come fare gli screenshoot delle conversazioni, ma qui il confine è sottile in quando un soggetto potrebbe farlo per manifestare un proprio diritto. Diverso è invece se si accede al cellulare in maniera accidentale, ad esempio se è sbloccato e incustodito. In quel caso non c’è accesso forzato e non costituirebbe un reato. Ma in entrambi i casi, la privacy del proprietario del dispositivo andrebbe sempre violata.