Si allarga la famiglia di Spotify grazie all’ultima importante novità ufficializzata dal gigante svedese che opera nel settore dello streaming musicale. Ecco come potrebbe cambiare in futuro l’app, con particolare riferimento ai podcast
Spotify non ha certo bisogno di presentazioni, avendo assunto da ormai diverso tempo il ruolo di principale piattaforma di streaming musicale, grazie a un catalogo molto ampio e a un’ampia compatibilità con tanti dispositivi. A dimostrazione è il numero di download dell’app ufficiale sui principali device mobili con a bordo i sistemi operativi Android e iOS.
L’azienda di origine svedese ha voluto accrescere negli anni il proprio ruolo, portandosi dietro alcune aziende e start-up nell’ottica di un miglioramento generale dei servizi offerti alla propria clientela. Soprattutto per ciò che riguarda i podcast, una delle categorie maggiormente prese di mira dalla società per via dell’ottimo riscontro e apprezzamento tra il pubblico di ogni fascia di età.
In questo senso si inserisce l’ultima acquisizione ufficializzata da Spotify, che ha inglobato la società irlandese Kizen, specializzata da tempo nella protezione delle community online dai contenuti pericolosi. Le due aziende collaborano già dal 2020 e l’opera di apprezzamento di Spotify verso il modus operandi di Kizen ha portato la prima ad assorbire integralmente la seconda, nata dall’intuizione di Áine Kerr, Mark Little e Paul Watson.
Quella di Kizen è la terza acquisizione annunciata da Spotify negli ultimi mesi, dopo aver messo le mani su Podsights e Chartable a febbraio scorso.
Grazie al contributo di Kizen, Spotify vuole dunque migliorare ancor di più i servizi offerti nel campo dei podcast, soprattutto da un punto qualitativo, preservando le conversazioni pubbliche da contenuti riprovevoli, diffamatori e densi di disinformazione. Riecheggia, in questo senso, la querelle Joe Rogan che ha tenuto banco diversi mesi addietro sul web e non solo.
Gli effetti della recente acquisizione si vedranno sicuramente nel medio termine, ma appare evidentissima la strada tracciata da Spotify: rendere la piattaforma sempre più sicura per gli utenti, mettendo in campo un mix di competenze e di machine learning grazie alle tecnologie prese in prestito e sviluppate minuziosamente dalla irlandese Kizen.
In un settore particolarmente denso di proposte come è quello dello streaming musicale, l’azienda svedese è pronta a confermare insomma la propria posizione di leadership, nonostante la concorrenza arrembante rappresentata soprattutto dalla rivale Apple Music.
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