Spotify a breve potrebbe farti pagare anche i testi. L’indiscrezione fa tremare tutti gli utenti dell’app di streaming musicale: cosa succede.
Sono tantissimi gli utenti che utilizzano oggi giorno Spotify, con la piattaforma che permette a tutti gli iscritti di ascoltare un catalogo pressoché illimitato di artisti provenienti da tutto il mondo. Adesso però il colosso della tecnologia svedese potrebbe far pagare ai propri utenti anche i testi, cresce la preoccupazione tra l’utenza.
La piattaforma di streaming musicale più influente al mondo è di sicuro Spotify, con l’azienda che dalla sua nascita è riuscita ad avere una crescita esponenziale affermandosi a livello globale. Tutto questo perché abbonati e non possono avere a disposizione una vasta libreria di brani, album, playlist e podcast che permettono di accompagnare la giornata sia di studio che lavorativa o anche che danno la possibilità di rilassarsi con i propri brani preferiti.
Nel corso del tempo però Spotify è riuscita a rinnovarsi integrando un algoritmo sofisticato in grado di imparare tutte quelle che sono le preferenze dell’utente. In questo modo riuscirà a suggerire delle playlist personalizzate che prendono il nome di “Discovery Weekly” e “Daily Mix”. Negli ultimi mesi però abbiamo visto anche quelle che sono novità meno apprezzate come può essere l’incremento di un euro del costo dell’abbonamento Premium. Adesso l’ultima indiscrezione fa storcere il naso agli utenti.
Durante gli anni sono diverse le funzioni aggiunte da Spotify e tra queste troviamo anche ‘karaoke’, un servizio che consente di cantare mentre si leggono i testi delle canzoni, con l’applicazione che poi darà un voto da 0 a 100 all’utente. Seppur inizialmente questa era gratuita, adesso secondo The Verge diversi utenti stanno vedendo un nuovo messaggio che indica come la funzione sia a pagamento.
Infatti quando si prova ad aprire la feature, adesso l’app mostra un testo che recita “Goditi i testi su Spotify Premium” accompagnato da un link per registrarsi. A chiarire il tutto però ci ha pensato CJ Stanley, co-direttore delle comunicazioni globali di Spotify. Infatti Stanley ha rivelato che attualmente l‘app sta testando questa funzione per un numero limitato di utenti di alcuni mercati globali.
L’azienda starebbe quindi cercando dei nuovi modi per far pagare agli utenti l’accesso ai suoi servizi, visto che dopo aver investito su milioni in podcast e audiolibri con scarso successo sembra aver capito che il contenuto esclusivo non sia la via per arricchire le casse del colosso. Allo stesso tempo, però, Spotify è sempre alla ricerca di nuove funzioni che potrebbero convincere gli utenti a pagare un extra, aumentando quindi le proprie entrate.
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