Stack è l’app che digitalizza gratuitamente i documenti cartacei. Non è ancora disponibile in Italia, ma in questo articolo può essere utile riepilogare le peculiarità distintive del programma, strutturato secondo i paradigmi dell’intelligenza artificiale.
L’emergenza pandemica ha dato impulso ad una delle necessità più impellenti del nostro territorio, ossia la digitalizzazione. Molteplici sono infatti le attività che hanno abbracciato l’impiego di strumenti tecnologici e con esse anche gli studenti, complice la diffusione della didattica a distanza. In quest’ottica possono tornare estremamente preziosi smartphone e tablet, potenti strumenti che fanno da vero e proprio raccoglitore di un variegato portafoglio di applicazioni pronte ad accondiscendere agli usi e alle necessità più disparate. Pensiamo, ad esempio, alla digitalizzazione di un testo scritto, peculiarità che garantisce all’utente l’opportunità di condensare in un formato accessibile i vari contenuti di interesse, come una fattura od un libro di testo. Il vantaggio è pressoché evidente: il testo digitale è facilmente accessibile, giacché non può essere smarrito, e permette peraltro una qualche condivisione con altri utenti, grazie anche ad apposite piattaforme cloud sviluppate per dispositivi mobili.
Sebbene siano molteplici le app progettate per accondiscendere allo scopo, gran parte di queste possono essere acquistate soltanto a pagamento od addirittura tramite abbonamento mensile, comportando perciò un aggravio economico non indifferente a carico del consumatore. Ed è proprio su questa base che ha suscitato interesse Stack, app abbastanza in voga dal momento che gravita attorno ai progetti di Google. Soltanto quest’ultimo richiamo dovrebbe essere simbolo di affidabilità, tenendo anche a mente un altro fattore di non poco rilievo, ossia la gratuità del servizio.
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Stack non è ancora disponibile ufficialmente in Italia, ma tale mancanza dovrebbe essere compensata nell’immediato prosieguo. Volgendo pertanto lo sguardo al futuro e con uno spirito anticipatore del servizio, può essere pertanto agevole riepilogare brevemente in questo articolo quelle che saranno le peculiarità distintive dell’app. In primo luogo, vale la pena rimarcare l’impiego del meccanismo di intelligenza artificiale: oltre a garantire la scannerizzazione e il caricamento in formato digitale di contenuti di dimensioni diverse – per l’appunto fatture, pagine di libri di testo, ma anche documenti d’identità – l’app ha altresì il pregio di intercettare le informazioni maggiormente di interesse, evidenziandone perciò il contenuto. Pensiamo alle parti più significative di un libro, oppure ad elementi chiave di una fattura, come l’importo e il numero progressivo.
A ciò si assomma l’altro pregio di Stack, ossia quello di categorizzare in modo automatico la tipologia di documento che si vuol trasformare in formato digitale. Per dirla con parole più semplici, la fattura scannerizzata andrà ad ingrossare l’analoga categoria, così come un contratto verrà inserito nel novero della sezione “Lavoro”. Tali fattori accrescono indubbiamente l’esperienza d’uso, giacché permettono all’utente di cercare in modo ancor più rapido – consultando quindi la singola categoria – i documenti digitali di interesse. Senza tralasciare il meccanismo di condivisione, strutturato secondo l’egida di Google Drive e perciò tracciando una perfetta integrazione con i servizi di Big G.
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Non abbiamo ancora informazioni ufficiali circa il debutto in Italia di Stack e l’auspicio è che tale mancanza possa essere sopperita nel più breve tempo possibile.
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