La punta di un iceberg. Come se non bastassero i malware che, stanno funestando il popolo delle rete, aziende in primis, ci si mette anche lo a non farci dormire sonno tranquilli. Un fenomeno, quello di spiare un utente invadendo la sua vita privata con un dispositivo intelligente, dilagante.
Nel 2021 sono oltre trentaduemila i casi scovati da Kaspersky in tutto il mondo: dal Nord America all’America Latina, passando per Europa (soprattutto Italia, ahinoi), Medio Oriente e Africa, Asia centrale e Pacifica.
“E’ importante sottolineare che queste statistiche rappresentano solo la punta dell’iceberg” tuona l’azienda moscovita specializzata nella produzione di software progettati per la sicurezza informatica. Secondo una stima approssimativa della Coalition Against Stalkerware, l’utilizzo di stalkerware potrebbe essere vicino a un milione di istanze, a livello globale, ogni anno”.
Confrontando i risultati di questa ricerca con i risultati di un sondaggio sul Digital Stalking condotto alla fine del 2021, è facile vedere un legame tra violenza online e offline.
Il 24% delle persone intervistate ha confermato di essere stato perseguitato utilizzando la tecnologia e il 25% ha confermato di aver subito violenze o abusi per mano del proprio partner. La stessa correlazione è stata riscontrata nella maggior parte dei paesi in cui è stata condotta l’indagine.
Anche due organizzazioni senza scopo di lucro, che hanno partecipato al rapporto e condiviso la loro esperienza di lavoro con le vittime – NNEDV (la rete nazionale per porre fine alla violenza domestica) con sede negli Stati Uniti e WWP EN (la rete europea per il lavoro con gli autori di violenza domestica) – hanno confermato che l’abuso abilitato alla tecnologia è un problema crescente.
“Le tecnologie TIC sono strumenti potenti per i perpetratori che esercitano un controllo coercitivo, specialmente nelle relazioni in cui la violenza è già presente offline”. Parole all’unisono di Berta Vall Castelló e Anna McKenzie del WWP EN. La violenza domestica è notevolmente aumentata durante la pandemia, soprattutto durante il lockdown.
Lo stalkerware, dunque, continua a colpire vittime in tutto il mondo. Kaspersky ha identificato gli utenti interessati in oltre 185 paesi, con Russia, Brasile, Stati Uniti e India che sono ancora una volta i primi quattro paesi con il maggior numero di utenti unici identificati. La Germania è l’unico paese europeo tra i primi 10 paesi più colpiti.
Kaspersky è uno dei co-fondatori e propulsori della Coalition Against Stalkerware, un gruppo internazionale dedicato alla lotta contro lo stalkerware e alla violenza domestica. L’Interpol è un sostenitore della Coalition e nel 2021, insieme a Kaspersky: ha fornito formazione a oltre 200 agenti delle forze dell’ordine sul tema dello stalkerware.
Inoltre, Kaspersky è uno dei partner del progetto DeStalk. Finanziato dalla Commissione Europea, un progetto di ricerca che mira a sviluppare una strategia per formare e supportare professionisti nei servizi di assistenza alle vittime, programmi per autori di reati, funzionari delle istituzioni e governo locale, tra gli altri. Qualcosa va fatto, il fenomeno è troppo dilagante.
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