Dal Governo arriva un giro di vite all’uso dei telefoni cellulari. C’è una cosa che dovremmo fare tutti almeno una volta alla settimana.
Il nostro telefono cellulare contiene una marea di dati e informazioni sensibili che, non è un mistero per nessuno, sono l’oggetto del desiderio di una nutrita schiera di pirati informatici. La diffusione su scala universale degli smartphone e il boom dei social network hanno messo a disposizione dei cybercriminali vere e proprie praterie.
Come mostra nel suo ultimo libro il giornalista esperto di cose informatiche Martin Untersinger di Le Monde, il cyberspazio è da tempo diventato un vero e proprio campo di battaglia dove si sprecano i tentativi da parte di hacker sempre più abili e sofisticati di mettere a segno i loro attacchi informatici. Anche i governi sono stati costretti a correre ai ripari per arginare questo inquietante fenomeno.
Come si può cercare di rinforzare la sicurezza dei nostri dispositivi mobili, sempre più presenti nelle nostre vite al punto che qualcuno è arrivato a definire i telefoni come delle estensioni del nostro braccio? C’è una cosa in particolare che dovremmo fare almeno una volta alla settimana. Ecco di cosa si tratta.
Per difendere il nostro telefonino da cyber-attacchi sempre più insidiosi c’è un modo davvero semplice e immediato: basta semplicemente riavviare lo smartphone almeno una volta alla settimana. In questo modo, spiega la Nsa (National Security Agency) americana, possiamo interrompere eventuali dati in uscita dal nostro dispositivo attraverso “falle” e vulnerabilità informatiche ignote anche al produttore del programma e del telefono.
Un consiglio che arriva da qualcuno che se ne intende parecchio come l’Agenzia di sicurezza nazionale Usa, che al suo interno ha peraltro una unità d’élite che si occupa degli attacchi informatici, la Cno (Computer Network Operations, ex Tao). Gli esperti suggeriscono infatti di non lasciare acceso il telefono più di 168 ore.
Spegnere il telefono almeno una volta a settimana aiuta a contrastare i cosiddetti “exploit zero-day”, particolari attacchi informatici che permettono agli hacker di penetrare attraverso falle scoperte prima anche degli stessi produttori del software che, quindi, hanno “zero giorni” per adottare le contromisure necessarie. Di conseguenza l’utente rimane esposto agli attacchi da parte dei pirati del web.
Il gesto di spegnere e riavviare il cellulare rientra nelle “best practices” consigliate dalla Nsa a tutela della sicurezza informatica. Un’abitudine come questa aiuta a interrompere eventuali flussi indesiderati di dati e informazioni, consentendo al dispositivo di aggiornarsi, ottimizzare le risorse e andare a tamponare le falle temporanee nella sicurezza.
Altre “buone pratiche” suggerite dai super esperti americani sono quelle di aggiornare regolarmente i telefoni e di impostare password più complicate. È buona cosa anche usare sistemi di riconoscimento biometrico, non connettersi ai Wi-Fi pubblici (un invito a nozze per gli hacker) e soprattutto non cliccare mai su link provenienti da sconosciuti. Infine è sempre meglio dotarsi di un buon software antivirus.
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