In molti usano Telegram per scambiare messaggi, ma se non si fa attenzione, c’è un rischio da non poco. E’ un dettaglio che mette al tappeto, ma nessuno lo sa.
Telegram è l’app al momento considerata come unica alternativa valida a WhatsApp, che sappiamo avere una sorta di monopolio nell’ambito della messaggistica istantanea.
In tema di messaggistica istantanea, quella che grazie ad internet ha preso il posto dei classici sms, certamente l’app più famosa è WhatsApp, usata dalla maggior parte della popolazione mondiale che possiede uno smartphone.
Telegram, l’alternativa a WhatsApp
Sebbene WhatsApp sia riconosciuta come l’app di messaggistica istantanea più famosa ed utilizzata nel mondo, da qualche anno ha preso piede in maniera importante Telegram.
Nata in Dubai nel 2013, Telegram è considerato l’unico concorrente reale di WhatsApp, e come quest’ultimo è gratuita e scaricabile sia su dispositivi iOs che Android. La forza di Telegram è principalmente nella spinta iniziale che ha portato tantissimi utenti a sceglierla o addirittura preferirla al posto di WhatsApp, ed è legata al fattore della privacy. Ma anche questa app sembra avere qualche dettaglio al quale bisogna fare attenzione.
Telegram Promote, le sponsorizzate dal costo che fa discutere
Si chiama Telegram Promote, ed è la piattaforma ufficiale delle sponsorizzate Telegram, visualizzate solo sui canali con più di 1.000 iscritti. Le dimensioni del testo di queste sponsorizzate sono limitate a 160 caratteri, non hanno immagini né link esterni, e gli annunci non vengono visualizzati nelle chat di gruppo o nelle conversazioni private.
Telegram ha dunque aperto alla monetizzazione per gli utenti, ma non vuole che questa interferisca nelle loro comunicazioni, e per questo l’utente vedrà il messaggio pubblicitario solo dopo il contenuto dell’autore. Ciò che però fa soffermare a riflettere, è che le campagne pubblicitarie sono disponibili solo dopo aver ricaricato il saldo con 2 milioni di euro, ma non solo: 1 milione si spende per la pubblicità, mentre l’altro viene considerato come deposito e quindi come somma verrà congelata.
Se l’inserzionista decide di rescindere il contratto con Telegram prima di aver speso 10 milioni di euro in pubblicità negli ultimi 12 mesi, Telegram prende per sé il deposito. Se ci riesce, 1 milione di euro viene restituito all’inserzionista. Lo spiega nel dettaglio l’azienda, sottolineando che gli annunci vengono addebitati in base al CPM (costo per mille) visualizzazioni di un annuncio. Un annuncio viene visualizzato quando la sua offerta CPM vince un’asta automatizzata che determina la migliore offerta CPM per uno spazio di pubblicazione.
Perciò per garantire e mantenere un’elevata qualità del contenuto degli annunci, è richiesto un pagamento anticipato minimo di € 2.000.000 per lanciare annunci sulla piattaforma pubblicitaria di Telegram. Se il contratto viene risolto e l’inserzionista ha speso meno di € 10.000.000 in annunci nei 12 mesi precedenti, il deposito di € 1.000.000 viene trattenuto da Telegram. Se il contratto viene risolto e l’inserzionista ha speso più di € 10.000.000 in annunci nei 12 mesi precedenti, viene restituito il deposito di € 1.000.000.