Telegram è entrata nell’olimpo delle app di messaggistica più utilizzate e da quando è nata nel 2013, la sua ascesa è stata importante, tanto da essere considerata l’alternativa ed ora un vero e proprio concorrente del famosissimo WhatsApp.
Il servizio di messaggistica istantanea fondata dall’imprenditore russo Pavel Durov, si è voluta in qualche modo subito però discostare dall’app di proprietà di Meta, e dare agli utenti qualcosa di diverso.
Tra le caratteristiche di Telegram ci sono la possibilità di scambiare messaggi di testo tra due utenti o tra gruppi, effettuare chiamate vocali e videochiamate cifrate punto-punto, scambiare messaggi vocali, videomessaggi, fotografie, video, sticker e file di qualsiasi tipo fino a 2 GB; inoltre attraverso i canali è anche possibile la trasmissione in diretta di audio/video e testo verso i membri che si uniscono alle cosiddette “stanze”.
Telegram da la possibilità di programmare l’orario di invio di un messaggio audio o di testo, e l’impostazione di un timer per l’autodistruzione dei messaggi una volta visualizzato dal destinatario, così come cancellare messaggi anche per il destinatario, e modificarne il testo dopo l’invio.
Telegram a pagamento, la novità sta facendo discutere
Secondo le notizie sul web, Telegram avrebbe testato una nuova funzione sui canali, che prevedere la possibilità di introdurre dei post visibili solo a pagamento. La notizia da giorni fa discutere, ed un colosso sembra non essere d’accordo.
Non è solo Elon Musk a voler monetizzare con l’acquisto di Twitter, ma sembra che anche Telegram sia intenzionato a fa pagare per sostenere i costi del servizio. E proprio già a novembre sono state introdotte sull’app di messaggistica, delle inserzioni pubblicitarie, ma ora si parla di inserimenti di servizi a pagamento. A quando era trapelato sul web, la piattaforma sta continuando ad effettuare test per un eventuale aggiornamento che riguarderà i post, che diventerebbero a pagamento all’interno dei canali.
In concreto quindi, quando un utente riceve un post, apparirà la dicitura che per poter visualizzare il contenuto sarà necessario effettuare un pagamento con carta di credito. Dopo però aver già inserito contenuti a pagamento su alcuni canali, è stato lo stesso CEO di Telegram Pavel Durov a comunicare la sospensione del test avviati sull’app per iOS, a seguito di una richiesta da parte di Apple. Il motivo è che questa funzionalità, secondo il colosso del web, scavalcherebbe il sistema di pagamento in-app, ed i creatori di contenuti non pagherebbero la tassa del 30% a fronte dei soldi ricevuti per il contenuto pubblicato.
Da parte sua, Durov non ha avuto peli sulla lingua, spiegando che questa è una riprova del monopolio di Apple, e che Telegram cercherà di offrire ai creatori altri tool per monetizzare i loro contenuti all’esterno dell’ecosistema di Apple. (aggiornamento Puntoinformatico).