Il giorno di dolore di Mark Zuckerberg, che ha visto crollare uno a uno i suoi castelli, whatsapp, facebook (con messenger annesso) e instagram, tutti e tre down per circa sette ore in quell’indimenticabile 4 ottobre, si trasforma in un inno alla gioia per Twitter e soprattutto Telegram.
“Il tasso di crescita giornaliero di Telegram ha superato la norma di un ordine di grandezza e in un giorno abbiamo accolto oltre 70 milioni di rifugiati da altre piattaforme”. Il post di Pavel Durov, fondatore del social network russo VK e, soprattutto di Telegram, mantenuto insieme a suo fratello Nikolaj, è l’effetto collaterale del triplo down di whatsapp, facebook (con messenger annesso).
“Sono orgoglioso di come il nostro team ha gestito la crescita senza precedenti perché Telegram – sottolinea il 112esimo uomo più ricco del mondo, secondo l’autorevole rivista Forbes – con un patrimonio stimato di 17,2 miliardi di dollari – perché Telegram ha continuato a lavorare in modo impeccabile per la stragrande maggioranza dei nostri utenti”
Durov risponde così, sempre via social, a chi ha evidenziato problemi anche per Telegram, nel giorno orribile di Mark Zuckerberg: “Alcuni utenti nelle Americhe potrebbero aver riscontrato una velocità più lenta del solito poiché milioni di utenti di questi continenti si sono affrettati a iscriversi a Telegram contemporaneamente. Chiedo ai nostri utenti esistenti di salutare i loro amici appena arrivati, aiutarli a disfare i bagagli e far loro sapere cosa abbiamo in magazzino. Assicurati che restino nei paraggi e scopri perché Telegram è anni luce avanti rispetto alla concorrenza”.
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Il post di Durov si chiude con un finale a effetto: “Per i nuovi utenti vorrei dire questo: benvenuti su Telegram, la più grande piattaforma di messaggistica indipendente. Non ti deluderemo quando lo faranno gli altri”. Ogni riferimento a Mark Zuckerberg è puramente casuale.
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L’agenzia Bloomberg stima che la perdita economica a livello mondiale sia stata di 160 milioni di dollari per ogni ora di interruzione della connessione digitale. A cui vanno sommati quelli persi in borsa, con una chiusura al ribasso del 4,89%. Il titolo è sceso a 322,70 dollari, chiudendo a 326,72 dollari. Zuckerberg a Wall Street ha perso qualcosa come 6 miliardi di dollari in un solo giorno. Musica per le orecchie di Pavel Durov.
Ma anche di Jack Dorsey (numero uno di Twitter, che ha visto i suoi numeri impennarsi. Perfino Signal ha ufficializzato su Twitter di aver “accolto” milioni di nuovi utenti. Il tempo dirà se tutti quei “rifugiati” resteranno su Telegram, o sono già tornati alle loro abitudini. Il giorno dopo il down di Mark Zuckerberg è un up per Pavel Durov.
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