Tra i temi discussi nelle ultime settimane, c’è quello dei tifosi allo stadio. La FIGC vuole presentare Mitiga, un’app pensata ad hoc
L’emergenza Covid continua a preoccupare. L’Italia si trova divisa tra zone arancioni e rosse, in attesa della blindatura totale per il periodo di Pasqua. Una scelta volta a contenere il più possibile il contagio e che si protrarrà per tutto il mese di aprile, con le zone gialle (momentaneamente) sospese. L’idea è quella di accelerare con la campagna vaccinale su tutto il territorio nazionale che – unità alle chiusure – dovrebbe portare ad una situazione totalmente diversa già a partire da maggio.
Tra i tanti temi di cui si sta discutendo, c’è il ritorno dei tifosi allo stadio. Si tratta al momento di un argomento piuttosto delicato, e difficilmente per questo campionato di Serie A sarà possibile tornare a seguire la propria squadra del cuore dagli spalti. Discorso diverso per gli Europei, in programma a partire da giugno. La FIGC è pronta a presentare l’app Mitiga, fa sapere La Repubblica.
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Tifosi allo stadio, il progetto Mitiga: di cosa si tratta
La UEFA ha dato l’ultimatum: entro il 7 aprile, le varie federazioni nazionali saranno chiamate a comunicare l’eventuale disponibilità ad accogliere 20-25 mila tifosi allo stadio in occasione degli Europei. A tal proposito, il presidente della FIGC Gabriele Gravina avrebbe in mente di lanciare l’app Mitiga. In attesa dell’ok definitivo da parte del Governo, questa garantirebbe una parziale presenza del pubblico sugli spalti, con le dovute precauzioni e il rispetto di tutte le norme sanitarie alle quali siamo ormai abituati.
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Il suo funzionamento dovrebbe essere molto simile ai vari certificati vaccinali che sono in fase di progettazione in Europa come nel resto del mondo. Un codice a barre (o QR) che certifichi la vaccinazione anti Covid o il tampone con esito negativo. Verrebbe presentato dagli spettatori al momento dell’ingresso contingentato allo stadio, insieme al biglietto dell’evento e ad un documento d’identità valido (con foto e data di nascita).
Come specifica La Repubblica, si tratterebbe ad ogni modo di una capienza che resterebbe ridotta. Nella migliore delle ipotesi, si potrebbe puntare ad un afflusso pari al 50% dei posti totali disponibili.