La dottrina si divide fra favorevoli e contrari. Un tiktoker ucraino si è filmato mentre regalava a una bambina per strada un nuovo smartphone, per ottenere visualizzazioni sul popolare social network cinese lanciato nel settembre 2016, inizialmente col nome musical.ly.
Fin qui nessuna grande novità: le messe in scena degli influencer sono purtroppo la regola e non l’eccezione: dagli scherzi crudeli a spettatori ignari, all’affitto di studi per apparire più ricchi, non c’è molto che i moderni influencer non facciano pur di alzare il numero di clic e le visualizzazioni. Ma ancora una volta si è oltrepassato il limite.
La messa in scena del Tiktoker ucraina ripresa dall’emittente russa Lena
Alexánder Volóshin, questo il nome del noto tiktoker, si trovava tra le strade di Kiev e qui ha deciso di allestire la sua pantomima: regala un iPhone nuovo di zecca con tanto di abbraccio alla bambina. Non appena il suo amico gli ha confermato che era stato tutto ripreso e pubblicato su TikTok il tono dell’influencer è cambiato bruscamente, l’avrebbe fatta anche franca il mancato attore, se non ci fosse stata l’emittente russa Lena. Che ha ripreso tutto e pubblicato anche la seconda parte della commedia. Già, perché c’è una seconda parte, di bassissimo livello.
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Alexánder Volóshin, a telecamere (dell’amico) spente, pretende subito la restituzione dello smartphone, ammettendo candidamente che era tutta una messa in scena. Mamma e figlia, però, si rifiutano comprensibilmente di restituire l’iPhone falso, sostenendo che è stato offerto loro gratuitamente. Il tiktoker ucraino rilancia, offrendo la miseria di 62 euro, ma la piccola non si voleva più separare dallo smartphone, così Alexánder usa le maniere forti, incurante dell’avvertimento della mamma che in quel modo stava facendo piangere la figlia, strappa con forza il cellulare dalle mani della bimba. Il video l’emittente russa Lena termina così, si può immaginare solamente come è andata veramente a finire. Sui social è bufera: tanta indignazione, insulti e parolacce per il tiktoker. Che però si consola con i milioni di visualizzazioni.
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Chissà se Alexánder Volóshin farà ammenda della sua bieca malefatta. Chissà se tutta questa messa in scena, compresa la seconda parte, sia una strategia di marketing (controproducente, vista la perdita di follower), chissà. Fatto sta che si parla solo di lui: parlatene bene (in pochi), parlatene male (in tanti), l’importante è che se ne parli.