La tecnologia corre veloce, fin troppo forse in certe occasioni. Non si fa quasi in tempo ad adattarsi a uno standard di qualsivoglia tecnologia, che subito o quasi ne esce uno nuovo, o parallelo, che sicuramente va a essere migliorativo rispetto al “fratello maggiore”.
E’ successo così quando sono nati i primi telefoni GSM: se fino a quel momento un cellulare era necessariamente legato a un operatore telefonico che forniva bolletta e quant’altro, a un certo punto è nato il 3G, quello standard di connessione per la ricezione e l’invio di telefonate che in quel momento sembrava di volare nell’etere telefonico.
Pensare che invece oggi, nel 2022, se il nostro telefono si “poggia” su una rete 3G la connessione è lenta, le telefonate sono difficoltose e ci sembra di essere praticamente in mezzo alla giungla, fa strano. Quasi tristezza. Eppure è così. Tanto che il colosso stesso della telefonia mobile, TIM, ha deciso di abbandonare per sempre il 3G.
Dopo quasi 20 anni, per l’esattezza 18, TIM spegne per sempre il 3G e passa su altre frequenze, quelle che attualmente sono in uso per il 4G e che servono per implementare il 5G, vero protagonista dello spettacolo.
Cosa comporta per gli utenti di TIM? Teoricamente niente, soprattutto per la stragrande maggioranza di essi, dal momento che quasi tutto possiedono delle SIM nei loro telefoni che permettono di supportare la nuova banda di trasmissione dell’operatore.
Ma ci sono dei clienti che possiedono delle SIM un po’ più datate, insieme a cellulari non eccessivamente performanti a causa della loro “età”, che si troveranno costretti ad andare in un qualunque store della TIM per richiedere il cambio della scheda fisica.
Si tratta di quei clienti che hanno schede inferiori ai 128k, il requisito minimo per una SIM per supportare lo standard 4G/5G, o magari di quei clienti con dispositivi sì 4G, ma incapaci di supportare il cosiddetto VoLTE (Voice over LTE), un servizio che rende possibile effettuare chiamate in alta definizione e continuare a navigare senza rallentamenti o interruzioni durante la chiamata.
Questi clienti si dovranno dunque recare in un negozio fisico della TIM e richiedere il cambio di SIM al costo di 15 euro, costo che però verrà immediatamente tradotto in traffico telefonico nel caso di una SIM prepagata, o comunque che verrà in qualche modo rimborsato al cliente che lo ha dovuto sostenere.
Dal 7 novembre inoltre verranno rese effettive le nuove regole sul cambio di SIM e sulla portabilità come imposto dalla delibera n 86/21/CIR dell’AGCOM che serviranno a mantenere integra e più protetta la privacy del cliente.
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