Tim Cook tuona a muso duro contro le spie e gli informatori in una comunicazione interna che finisce ben presto nelle mani della stampa.
Fatta eccezione per l’Apple Watch Series 7, le indiscrezioni attorno agli iPhone 13 e alla ricca sequela di dispositivi della “mela” si sono rivelate effettivamente corrette e veritiere, svuotando di contenuti e di effetto sorpresa l’evento “California Streaming” tenuto da Apple a metà settembre. E non è la prima volta e tantomeno non è un fattore che coinvolge i soli prodotti realizzati in “quel” di Cupertino: lo abbiamo visto più recentemente con i render dei nuovi Galaxy S22 e con tanti altri prodotti già immessi sul mercato o di prossima ed imminente uscita.
Apple sembra intenzionata a porre un argine rispetto allo strapotere dei leakster in una battaglia che si preannuncia però tutta in salita od addirittura assai proibitiva. In una mail interna spedita in queste ore ai dipendenti, l’amministratore delegato Tim Cook è tornato ad affrontare l’argomento delle fughe di notizie sui progetti futuri dell’azienda, ponendo una sorta di ultimatum contro le spie e informatori. «Le persone che rivelano informazioni riservate non hanno posto in quest’azienda» ha commentato l’addì di Apple in uno dei passaggi chiave della comunicazione interna riportata dall’autorevole The Verge e da tantissimi altri quotidiani internazionali.
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Il paradosso? Quella che avrebbe dovuto configurarsi come una semplice (ma importante) mail riservata, è (suo malgrado) diventata essa stessa oggetto di anticipazione da spiattellare alla stampa. I buoni propositi dell’azienda statunitense non sembrano insomma esser partiti sotto i migliori auspici, segno evidentissimo di una battaglia contro le spie e gli informatori che il colosso di Cupertino potrebbe non riuscire a vincere. Lo dimostrano d’altronde le prime notizie sull’iPhone 14 e sulla restante sequela di prodotti attesi entro l’anno, con in testa le AirPods 3 (più volte in predicato di debuttare a settembre nel keynote dei nuovi iPhone) e i MacBook di ultima generazione.
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Ad ogni modo, l’email interna si è rivelata un’occasione propizia per fare una sorta di punto della situazione rispetto ad alcune questioni che toccano trasversalmente il futuro dell’azienda, come la posizione di Apple nella battaglia legale contro Epic Games e i presunti episodi di discriminazione salariale, molestie e ricatti denunciati da una manager licenziata nei giorni scorsi. Accuse, quest’ultime, respinte al mittente da Tim Cook.
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