Alcuni media francesi sganciano la “bomba”: TIM e Iliad potrebbero fondersi in un’operazione fino a qualche anno fa bollata (ovviamente) come assurda e clamorosa
Prima “nemici” – o forse sarebbe più corretto dire concorrenti – e poi alleati sotto un’unica bandiera. L’ipotesi dipinta dal quotidiano francese BFM Business avrebbe del clamoroso laddove suffragata da dati certi od ufficiosi, allo stato ovviamente ancora assenti.
Per farla breve e senza troppi giri di parole, TIM e Iliad potrebbero unirsi entro i prossimi cinque anni, in una manovra commerciale e societaria che porterebbe la seconda direttamente dentro alla compagine italiana, a fronte di un’operazione di aumento di capitale.
Si tratta, lo rimarchiamo ancora, di mere indiscrezioni di stampa, peraltro non suffragate da smentite che potrebbero giungere già durante le prossime ore. In ogni caso, le ipotesi avallate dal quotidiano francese prenderebbero le mosse dall’altra notizia – stavolta un po’ più certa e consistente – che abbiamo avuto modo di trattare nei giorni scorsi e che sta ancora riempiendo le pagine dei quotidiani, cartacei e online: l’offerta del fondo KKR per metter le mani sul gruppo TIM.
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TIM e Iliad si fondono? L’ipotesi clamorosa rilanciata dalla Francia
A far da collante tra due notizie apparentemente inconciliabili e parallele è un dettaglio scovato dal quotidiano francese BFM Business, vale a dire la presenza del presidente di Iliad, Xavier Niel, dentro al board della ricca compagine societaria da 460 miliardi. A detta della fonte, il numero uno dell’operatore vorrebbe diventare ancor più grande, “spostando Iliad con un concorrente”. Da qui prende così corpo l’idea allo stato ancora “folle” e non confermata: vendere Iliad a TIM a fronte di un aumento di capitale.
Ma non ci sarebbero soltanto le ambizioni a metter le ali ad un’operazione di spessore, giacché potenzialmente in grado di mutare la geografia del settore della telefonia. Secondo le pubblicazioni francesi, “l’assurda” idea che starebbe balenando nella testa di Xavier Niel affonderebbe le proprie radici anche in virtù delle rivalità tra quest’ultimo è Vincente Bolloré, il patrón di Vivendi, già in competizione serrata per controllare TIM nel 2015.
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Sarà veramente così? Difficile dirlo, anche perché si tratterebbe comunque di una manovra complessa tenuto conto della rilevanza e del peso societario delle due compagini. Per il momento accontentiamoci della boutade che serpeggia dalla Francia, ma che boutade potrebbe anche non esser così impossibile.