Da ormai qualche mese, si parla dello spegnimento delle antenne 3G da parte di TIM. Sono arrivati importanti aggiornamenti sull’operazione
Sono già diversi i comuni italiani coinvolti nella maxi operazione avviata da TIM. L’obiettivo è quello di spegnere completamente tutte le antenne 3G in Italia, così da reindirizzare le frequenze per potenziare il segnale sia del 4G che del 5G.
Nonostante la roadmap già ben delineata e che vede giugno come conclusione, qualcosa potrebbe cambiare. Stando a quanto emerso nelle scorse ore, infatti, l’AGCOM avrebbe richiesto al provider di rallentare la procedura e di far slittare la fine dello switch off al mese di luglio.
Switch off di TIM, le richieste dell’AGCOM
L’AGCOM ha pubblicato poche ore fa la delibera n. 74/22/CONS intitolata “Approvazione del piano di spegnimento della rete 3G di TIM e azioni a tutela dell’utenza“. All’interno del documento, l’Autorità ha valutato le procedure che il provider ha già portato avanti in queste prime settimane dall’avvio delle operazioni. L’obiettivo è tutelare il più possibile la posizione dei clienti abbonati, che saranno obbligati ad accettare le modifiche decise dall’operatore telefonico.
Pare ci siano diverse criticità riscontrate dall’AGCOM, in particolare per utenti che sono in possesso di un device che funziona solo col 3G e che, in seguito allo spegnimento delle antenne, si troveranno costretti ad usufruire del 2G. Altro problema riguarda non tanto TIM, quanto gli operatori virtuali che si appoggiano sulla sua rete. Questi ultimi non hanno dato il via a campagne informative vere e proprie. Per finire, l’AGCOM ha voluto ricordare che esiste il diritto di recesso senza penali né costi di disattivazione, al quale ogni cittadino italiano può usufruire qualora non dovesse accettare le modifiche contrattuali.
In conclusione, l’AGCOM ha deciso di approvare il piano di spegnimento della rete 3G di TIM (da concludersi non prima del 1° luglio 2022). CoopVoce, Fastweb, Tiscali e Vianova saranno obbligate ad informare i clienti con una campagna ad hoc, mentre TIM dovrà supportare gli operatori virtuali nelle negoziazioni con i produttori di telefoni, per arrivare a certificazioni dei terminali 4G con servizio VoLTE.