“Traduci in automatico” è una delle novità più importanti del nuovo iPadOS 15. Vi spieghiamo a cosa serve e come funziona.
Il nuovo iPadOS 15 ha portato molte novità degli iPhone sui tablet di Apple, stagliandosi di conseguenza come aggiornamento incrementale. Chi si attendeva funzionalità da vero e proprio computer rimarrà certamente deluso, ma in fondo c’era anche da aspettarselo: il sodalizio americano ha da sempre preso le distanze da quell’approccio “tuttofare” che invece è possibile riscontrare sui Surface di Microsoft, preferendo piuttosto metter a disposizione dispositivi diversi per funzioni e segmenti di utilizzo, ciascuno dotato di proprie intrinseche caratteristiche (il tablet farà insomma da tablet, mentre il PC continuerà ad offrire quell’esperienza completa tipica dei desktop).
Abbandonata dunque ogni idea di convergenza degli iPad con i MacBook, il nuovo iPadOS 15 ha comunque numerose frecce da scoccare per far colpo sugli utenti più esigenti. Alcune di queste sono per l’appunto mutuate dagli iPhone – il rimando va soprattutto i widget spostabili in ogni parte del web, ma anche all’app Traduci di iOS – ma ce ne sono altre che rappresentano invece una prerogativa esclusiva. In quest’ottica, vogliamo perciò focalizzare l’attenzione sulla funzione “Traduci in automatico“, a nostro avviso una delle più importanti novità di iPadOS quantomeno sotto il fronte squisitamente pratico.
A cosa serve? Potremmo immaginare la nuova idea di Apple come una sorta di interprete tra due utenti che non parlano la stessa lingua e che perciò non sono in grado teoricamente di comunicare tra di loro. Traduci in automatico consiste proprio nella traduzione in tempo reale dei discorsi tra persone di lingue diverse. Supponiamo, ad esempio, di sconoscere altre lingue al di fuori di quella italiana e di entrare in contatto – magari per ragioni lavorative o semplicemente di svago – con una persona spagnola. Grazie alla funzione di iPadOS 15 sarà possibile comprendere le frasi del nostro interlocutore tirando fuori semplicemente il nostro tablet: sarà sufficiente, in quest’ottica, aprire l’app “Traduci” di Apple – per l’appunto mutuata dagli iPhone e rivista integralmente per adattarsi al meglio agli iPad – e far click sull’apposita voce denominata “Conversazione“.
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A questo punto il gioco è fatto: lo schermo del tablet diventerà un vero e proprio interprete, captando le parole vocali proferite dall’interlocutore e trasformandole in parole istantanee scritte da mostrare sul display. La comunicazione tra gli utenti sarà ancora più efficace laddove entrambi siano in possesso di un iPad e utilizzino la funzione “Traduci in automatico“: ognuno potrà infatti visualizzare la traduzione dei discorsi dell’altro.
Il meccanismo ingegnato da Apple punta tutto su due caratteristiche: in primo luogo, fa leva sui microfoni integrati nel dispositivo così da trasformare la voce in parola scritta; in seconda battuta, i meccanismi di machine learning sui quali si basa il sistema di traduzione progettato da Apple, peraltro migliorato sostanzialmente grazie ai nuovi aggiornamenti di iOS e iPadOS.
Secondo alcune sommarie ricostruzioni sparse per il web, esistono alcuni accorgimenti da compiere per migliorare l’efficacia delle traduzioni istantanee: un consiglio molto utile è ad esempio quello di scaricare localmente i pacchetti delle lingue, potenziando dunque l’app Traduci.
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Il debutto di iPadOS 15 – allo stato attuale previsto in autunno, verosimilmente a stretto gomito con l’uscita degli iPhone 13 – permetterà di toccar con mano le novità abbozzate da Apple. Forse non mirabolanti e trascendentali per chi sognava di trasformare il proprio tablet in un computer desktop, ma pratiche e utilissime nella vita di tutti i giorni. Ed è questa la cosa più importante, coerentemente con l’approccio di Apple incentrato più sulla sostanza che sulla “fumosità”.
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