I negozi online sono ormai il punto di riferimento per lo shopping per milioni di italiani. Quello che si fa abitualmente è affidarsi a marchi noti, grandi catene e brand conosciuti. Questo solitamente è sinonimo di affidabilità.
Ci permette di essere “rilassati” quando acquistiamo qualcosa, convinti della tutela che ne deriva per il prodotto, per il trattamento economico e anche per evitare eventuali truffe che sono sempre dietro l’angolo nella rete. La notizia che si è diffusa in queste ore quindi ha lasciato tutti perplessi e molto delusi.
L’acquisto di prodotti online è spesso più conveniente per gli utenti, soprattutto in termini economici, quindi non solo per la questione di un pacco che arriva comodamente e direttamente a casa. Ovviamente però come per ogni questione ci sono pro e contro. In questo caso il contro è stato sottovalutato a causa del nome dell’azienda, una delle più famose in assoluto, praticamente un colosso del mondo e-commerce.
La situazione ora ha preso una piega inaspettata ma molti utenti hanno dovuto fare i conti con situazioni veramente ingannevoli che hanno messo tanti acquirenti in una pessima posizione.
Offerte a sorpresa: scatta la maxi sanzione
Cos’è accaduto? I prodotti venivano venduti agli acquirenti come “in promozione” quindi destando le attenzioni di tutti coloro che erano a caccia di quel servizio o che comunque venivano proprio attirati dalla possibilità di risparmiare. Tuttavia in realtà il negozio in questione non andava a vendere il prodotto in promozione, bensì lo abbinava a dei servizi o prodotti accessori. Quindi induceva il consumatore a comprare anche un altro prodotto, con un prezzo finale elevato.
La situazione è stata immediatamente valutata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha emesso una maxi sanzione da 3.6 milioni di euro per l’azienda MediaMarket, nota in Italia come MediaWorld. “Modalità di promozione ingannevoli” si legge nella sanzione. Il tutto è partito dopo le migliaia di segnalazioni degli utenti che hanno sottolineato il comportamento sgradevole e poco corretto del rivenditore.
Una condotta commerciale assurda, soprattutto per un brand così importante di cui le persone chiaramente si fidano. “In questo modo il consumatore pagava un prezzo superiore e diverso rispetto a quello pubblicizzato. Mediamarket ha altresì attuato pratiche scorrette e aggressive che imponevano al consumatore l’acquisto anche di prodotti accessori che non avrebbe altrimenti acquistato, sostenendo così un costo supplementare non previsto” si legge nella nota ufficiale.
Un esempio? Il Redmi Note 9 veniva venduto, secondo la promozione, a 159 euro, tuttavia il negozio vendeva obbligatoriamente il prodotto con una pellicola adesiva al costo di 25 euro, quindi il prezzo finale era maggiorato e non era possibile fare diversamente.
Secondo l’Antitrust questo ha limitato la libera scelta dei consumatori, secondo il Codaconds è un vero e proprio specchietto per le allodole, con un vincolo sgradevole e sfavorevole per l’utente finale.