La convocazione di un CdA straordinario è la cartina di tornasole su quanto sta accadendo attorno a TIM. L’azienda italiana di telecomunicazioni, capogruppo dell’omonimo Gruppo, che offre in Italia e all’estero servizi di telefonia fissa, telefonia mobile, telefonia pubblica, telefonia IP, Internet e televisione via cavo, è finito nel mirino dei fondi. Uno in particolare.
La società di private equity KKR, infatti, punta a un ulteriore investimento nella rete fissa di Telecom Italia, mentre il principale gruppo di telecomunicazioni italiano valuta le opzioni per i suoi asset per placare il principale investitore Vivendi.
Vivendi, però, non ci sta e si starebbe mettendo di traverso nella corsa a KKR a TIM, accumulando tante pressioni sull’amministratore delegato di Telecom Italia (TIM), Luigi Gubitosi, soprattutto dopo che TIM ha emesso due profit warning in tre mesi, tagliando le sue prospettive di free cash flow e alimentando preoccupazioni per i suoi 22 miliardi di euro (25 miliardi dollari) di indebitamento.
Vivendi di traverso: “Nessuna discussione con nessuno. Soprattutto con Cvc”
KKR lo scorso anno ha pagato 1,8 miliardi di euro per una quota del 37,5% in FiberCop, l’unità che detiene la rete dell’ultimo miglio di TIM che collega gli armadietti stradali alle case delle persone. Le fonti hanno affermato che l’investitore ha visto favorevolmente l’opportunità di aumentare l’esposizione alle attività fisse di TIM mentre l’Italia si prepara a spendere miliardi di euro di fondi di recupero dell’Unione Europea per aumentare la connettività digitale.
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KKR mira ad avere una quota considerevole in qualsiasi combinazione tra le principali risorse di telefonia fissa di TIM, che vanno dai centri di commutazione alle famiglie, compresa la rete FiberCop, con quelle della rivale statale Open Fiber, ora che un piano di rete unico bloccato ha ripreso trazione. Il piano, patrocinato dal precedente governo, è stato sospeso con l’opposizione di figure chiave della coalizione del presidente del Consiglio, Mario Draghi.
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Ma Vivendi non accetta proprio l’entrata di KKR, lo vede come una minaccia. E lo dice pubblicamente, tramite un portavoce. Che “nega fermamente di aver avuto discussioni con qualsiasi fondo e, più specificamente, con Cvc“, per avanzare un piano alternativo da contrapporre alla manifestazione d’interesse avanzata da Kkr sull’intero capitale di Tim, di cui il gruppo francese è il primo azionista con il 23,5% circa. Sempre la stessa fonte ribadisce “la volontà di lavorare al fianco delle autorità italiane e delle istituzioni pubbliche per il successo a lungo termine” di Tim. “Vivendi è un investitore di lungo termine“.
TIM, comunque, è nel mirino dei fondi. Secondo il Sole 24 Ore, proprio nel giorno del CdA, ci sarebbe anche Cvc. Ma non solo: “Si è mosso anche Advent – assicura proprio il Sole 24 Ore – che starebbe guardando alleanze a tutto campo. Cvc e Advent erano già alleati nell’offerta sulla Serie A di calcio ed è quindi probabile che siano partner anche su questa possibile operazione: con il supporto finanziario della banca d’affari Nomura, che ha come consulente Marco Patuano”.