La Russia ha rallentato la fruizione di Twitter e minaccia il blocco totale della piattaforma dopo la mancata rimozione di post definiti come illegali.
La Russia punta il dito contro Twitter e valuta pesanti provvedimenti a carico della piattaforma digitale controllata da Jack Dorsey. Le autorità locali, per il tramite del cosiddetto “Roskomnadzor” (ossia l’organo insignito del compito di controllare le comunicazioni), hanno infatti annunciato di aver rallentato la velocità di caricamento delle foto e dei video ospitati sul social network e pubblicati dagli utenti russi. Tale misura, che interesserà soprattutto i dispositivi mobili, potrebbe esser seguita dal più ingente blocco totale di Twitter, laddove quest’ultimo continuasse ad ignorare le sollecitazioni provenienti dall’agenzia.
Il provvedimento recentemente disposto dall’ente regolatore va incanalato in un contesto di generale stretta nei confronti delle piattaforme digitali, accusate di aver fatto da cassa di amplificazione dei disordini pubblici scoppiati dopo l’avvelenamento e l’arresto di Aleksej Navalny. In particolare, Twitter viene iscritta tra i cinque social network incriminati dal governo russo per non aver rimosso post che incitavano i minori di 18 anni a prender parte alle manifestazioni non autorizzate e perciò definiti come messaggi illegali.
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Dopo Twitter anche anche Facebook nel mirino?
Il Roskomnadzor ha evidenziato un atteggiamento “poco collaborativo” da parte del sodalizio di proprietà di Jack Dorsey: secondo i numeri snocciolati dall’agenzia, sarebbero addirittura più di 28mila le sollecitazioni indirizzate – nell’arco temporale compreso tra il 2017 e oggi – a Twitter al fine di rimuovere link e post ritenuti difformi, come quelli aventi ad oggetto l’incentivazione a far uso di droghe, i messaggi a sfondo pedopornografico e l’istigazione al suicidio. Su questa base l’ente regolatore ha perciò giustificato la recente misura, che non interesserà comunque i testi dei messaggi.
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Twitter potrebbe comunque non esser l’unica piattaforma digitale ad essere coinvolta. Il membro della commissione Informazioni e media Anton Gorelkin ha infatti puntato il dito contro Facebook, ritenuto il prossimo “bersaglio” in assenza di mancati adeguamenti alla legge russa.