Un brillamento solare, avvenuto prima del previsto, potrebbe comportare della conseguenze per alcune regioni della Terra: blackout radio a onde corte in Sud America e forse anche in Europa
Il 28 ottobre 2021 il Sole ha emesso un forte brillamento, classificato tra quelli di massima intensità, da una macchia solare nell’emisfero meridionale nel corso della tempesta che, proprio oggi, ha interessato la stella. A verificarsi è stata un’espulsione di massa coronale (CME) che potrebbe interessare anche il nostro pianeta nei giorni seguenti, in quanto ha causato un’ondata di particelle che è diretta verso la Terra a 1260 km/s. L’immagine dell’evento è stata ripresa dal Solar Dynamics Observatory della NASA.
Un’intensa tempesta geomagnetica potrebbe raggiungere la Terra e produrre aurore polari visibili ad occhio nudo anche in Europa (eventualmente in Belgio), ma non sono da escludere le conseguenze più importanti come un blackout. Secondo le affermazioni di Spaceweather.com, un bagliore intenso avrebbe causato un blackout radio a onde corte sul lato soleggiato della Terra, in particolare in Sud America.
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I brillamenti solari sono violenti eruzioni di materia che esplodono dalla fotosfera di una stella sprigionando un’energia equivalente a varie decine di milioni di bombe atomiche ed emettendo fasci di vento solare energetico. Sono classificati con lettere A, B, C, M e X in classi di potenza. Ogni classe è 10 volte più potente di quella precedente, e è suddivisa a sua volta in sottoclassi numerate. Il brillamento del 29 ottobre è di classe X1, molto potente, ma comunque inferiore a quello del 2017 di classe X9.3 e a quello del 2001, di classe X20. Questo tipo di brillamenti può generare tempeste geomagnetiche classificate G4 (gravi) ed G5 (estreme). Al momento non si prevede coinvolgimento dell’Italia nel fenomeno.
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La radiazione emessa durante questi eventi potrebbe comportare problemi ai satelliti, interferenze nelle comunicazioni radio e agli apparecchi elettronici. A detta degli esperti il Sole sta aumentando la sua attività ad una velocità superiore del previsto: i dati indicavano il prossimo picco nel mese di luglio del 2025. Tempeste più deboli potrebbero susseguirsi nei giorni seguenti.
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