Le bugie hanno le gambe corte e sono concentrate più su un computer, che su uno smartphone. L’uso della tecnologia da parte delle persone nel processo decisionale può cambiare in modo sottile ma fondamentale il modo in cui funziona il nostro cervello.
Lo rivela una ricerca scientifica pubblicata da Rutgers e da De Paul University, pubblicata sull’autorevole The International Journal of Conflict Management.
Insomma, le bugie sono più comuni sui laptop che sui telefoni, nel momento in cui i dispositivi possono modellare il nostro comportamento quando ci si confronta con degli estranei. Le persone sembrano essere più disposte a mentire per guadagno personale quando usano un laptop rispetto a uno smartphone. Questo il succo dell’indagini peer-reviewed.
Il gioco dell’ultimatum
Dato che i due dispositivi (computer e smartphone) hanno delle capacità tecniche quasi identiche visto che sono dei cervelli elettronici, lo studio sorprende per certi versi, evidenziando l’impatto psicologico della tecnologia.
“Il nostro primo di una serie pianificata di studi è stata una versione di quello che gli economisti chiamano il gioco dell’ultimatum”. I promotori di questo studio partono da qui.
“Nell’esercizio prendi o lascia, a un giocatore viene detto che riceverà una certa somma di denaro, parte della quale dovrà dividere con un partner – spiegano – ma possono dire al loro partner qualunque cosa scelgano sulla somma totale e quanto sono disposti a offrire, permettendo loro di mentire e tenere per sé una parte maggiore del gattino”. Tuttavia, il partner deve accettare la somma offerta affinché uno dei due ottenga denaro.
137 gli studenti laureati sondati, che dovevano dividere 125 dollari con un compagno di studi, se il loro partner assegnato a caso avesse accettato l’accordo. Ebbene, la metà di loro usava un laptop; il resto ha partecipato con il proprio smartphone.
Mentre la stragrande maggioranza dei partecipanti ha mentito almeno un po’, gli utenti di laptop erano molto più propensi a dire bugie. Molte di più: l’82% dei partecipanti con laptop era ingannevole, rispetto al 62% degli utenti di telefoni, e in media ha affermato che l’offerta era di 20 in meno.
L’esperimento è stato replicato anche in uno scenario diverso, con 222 studenti divisi tra compratori e venditori, coinvolti in una trattativa sul prezzo di acquisto una immaginaria fabbrica di semiconduttori. Diverso il punto di partenza, non l’arrivo: anche in questo caso quelli con il laptop riuscivano a mentire molto di più.
“Le nostre ricerche precedenti – rimarcano sia da Rutgers sia da De Paul University – confermano che questi scenari sono utili per prevedere il comportamento reale degli individui”.