I ricercatori dell’Università di Stanford stanno sperimentando un nuovo vaccino anti-Covid che si preannuncia rivoluzionario per alcune sue caratteristiche distintive.
La battaglia contro il coronavirus potrebbe in futuro coinvolgere un nuovo prezioso alleato. I ricercatori dell’Università di Stanford, in California, stanno infatti sperimentando un vaccino anti-Covid in grado di coniugare efficacia ed economicità. L’elemento cardine del recente studio si basa su nanoparticelle di ferritina tempestate dell’ormai famosa proteina Spike, quella per inciso utilizzata dal coronavirus per attaccare e infettare le cellule umane. Le prime dosi dell’innovativo vaccino sono state somministrate su topi di laboratorio e quest’ultimi hanno sviluppato anticorpi capaci di resistere al Covid.
Il siero al vaglio dell’Università di Stanford potrebbe quindi aggiungersi in futuro alle attuali soluzioni realizzate da Astrazeneca, Pfizer e Moderna, già presenti in commercio dopo aver compiuto tutti i preliminari passaggi propedeutici al loro impiego su scala globale. Il vaccino messo a punto dai ricercatori californiani avrebbe tuttavia caratteristiche diverse rispetto alle soprarichiamate proposte, pur combinando ugualmente efficacia e sicurezza. Come spiegato infatti da ACS Central Science, la soluzione elaborata dall’Università di Stanford ha certamente il merito di superare alcuni piccoli limiti degli attuali vaccini anti-Covid, rendendosi congeniale soprattutto per quei Paesi a reddito medio e basso, stante l’economicità legata alla produzione del siero.
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In particolare, il vaccino anti-Covid in sperimentazione dai ricercatori dell’Università di Stanford non richiederebbe dosi multiple e non abbisogna, soprattutto, di particolari accorgimenti come la catena di freddo per il trasporto o la conservazione del siero.
Gli studiosi hanno infatti abbozzato un preliminare confronto con le attuali proposte divulgate su scala globale: quelli di Pfizer e Moderna, ad esempio, hanno il pregio di offrire un alto grado di copertura immunologica rispetto ai differenti sieri – come quello al vaglio dei ricercatori californiani – basati su parti isolate del virus, ma necessitano di maggiori costi e, soprattutto, richiedono un alto refrigeramento; invece, quello di Astrazeneca è molto più veloce (oltre che economico) da mettere in commercio, ma ha l’inconveniente di essere somministrati in dosi multiple.
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Tale sommario quadro fa quindi emergere la portata innovativa del vaccino anti-Covid in sperimentazione dai ricercatori dell’Università di Stanford, capace comunque di garantire – con una singola dose – una risposta immunologica due volte più efficace rispetto agli anticorpi sviluppati nei guariti al virus Sars-Cov-2. L’auspicio è che la sperimentazione possa compiere ulteriori passi significativi, così da far registrare un nuovo importante strumento di prevenzione nella lotta al coronavirus.
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