Ansia per la variante brasiliana che ha messo di nuovo in ginocchio Manaus, dove si pensava che fosse stata raggiunta l’immunità di gregge. È anche in Italia.
Desta sempre più preoccupazione la variante brasiliana del Covid 19. La cosiddetta P.1 sta infatti causando una seconda ondata particolarmente violenta a Manaus, capitale dello Stato di Amazonas dove era stata individuata a fine 2020. Una circostanza inattesa e in aperto contrasto con i numeri dei casi della primavera scorsa, quando la città fu messa in ginocchio dal Sars-CoV-2.
Secondo tre studi internazionali condotti a livello locale, addirittura il 75% della popolazione era stato colpito dal covid nell’ondata che toccò il picco massimo in aprile 2020, e pertanto Manaus avrebbe dovuto essere protetta dall’immunità di gregge. Così non è stato, visto che molte persone si sono ammalate di nuovo a partire da dicembre e il sistema ospedaliero è di nuovo oberato.
Diverse le ipotesi alla base della situazione. Innanzitutto si suppone che la variante brasiliana sia tra 1,4 e 2,2 volte più contagiosa delle altre forme di coronavirus. Non può essere nemmeno sottovalutata l’ipotesi secondo cui le difese immunitarie della prima ondata abbiano perso vigore nel giro di qualche mese.
Infine, si sospetta che le tre mutazioni individuate sulla proteina spike, conferiscano al virus la capacità di aggirare gli anticorpi sviluppati da chi si è ammalato e quelli sviluppati grazie al vaccino. In particolare, sostengono dei ricercatori dell’Imperial College di London e dell’Università di San Paolo, la presenza delle mutazioni N501Y, E484K e K417T renderebbero questo ceppo del virus tra il 25% e il 61% più resistente alle nostre difese immunitarie. Proprio per questo tutte le cause farmaceutiche che hanno messo a punto un vaccino, stanno ancora conducendo test per assicurare una protezione massima contro le varianti.
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Anche la severità dei casi provocati dalla variante brasiliana contribuisce a far salire l’allarme. Uno degli studi internazionali, infatti, sostiene che la P.1 determinerebbe un aumento della mortalità fra il 10% e l’80%. Numeri che mettono i brividi a Manaus e di conseguenza nei 24 paesi dove la variante è stata diagnosticata, anche se è possibile che un sistema sanitario con più risorse offrirebbe una protezione ben più alta. In Amazzonia, infatti, si registra ad esempio una grave carenza di ossigeno. Il primo caso italiano è stato scoperto a Malpensa, su un uomo appena atterrato proprio con un volo dal Brasile.
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Gli studiosi coinvolti nelle varie ricerche hanno sottolineato che i risultati sono solo preliminari. Per ora si sa solo che a Manaus la variante P.1 ha totalmente soppiantato il ceppo di Wuhan. Inoltre, al di fuori del Brasile i casi sono pochi e possono essere agevolmente contenuti, ma allo stesso tempo è indispensabile tenere alta la soglia di guardia e procedere spediti con le vaccinazioni.
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