Preoccupa la diffusione della Variante Indiana del Covid, ma uno studio dimostra che il farmaco americano-tedesco garantisce una protezione adeguata.
I vaccini anti-covid a RNA messaggero offrono una adeguata protezione anche contro la cosiddetta variante indiana. A sostenerlo è un recentissimo studio firmato dai ricercatori di Stanford, della Scuola di Medicina della Georgia e dei prestigiosi Istituti Nazionali di Sanità degli Stati Uniti. Stando al paper, sia Pfizer/BioNTech che Moderna sono in grado di contrastare la B.1.617.
La mutazione del Sars-CoV-2 che sta mettendo in ginocchio l’India ha da tempo varcato i confini del Subcontinente e ora la sua diffusione tiene in ansia anche l’occidente. Secondo Reuters, sono ben 26 le nazioni europee in cui è stata diagnosticata, ma alla fine la campagna di vaccinazione dovrebbe ugualmente riuscire a tenerla a bada. Va sottolineato che l’articolo deve ancora essere sigillato dalla revisione della comunità scientifica. Nonostante ciò, le indicazioni fornite prima della peer review sembrano comunque confortanti.
Variante, il capo di BioNTech: “Vaccino valido contro tutte le mutazioni”
Lo stesso chief executive di BioNTech, Ugur Sahin, ha confermato alla tv turca l’efficacia del farmaco prodotto in tandem con Pfizer: “La variante indiana ha caratteristiche simili a quella sudafricana e ci aspettiamo un livello di difesa analogo – rilancia Reuters -. Fino ad ora il vaccino si è dimostrato valido contro tutte le mutazioni“.
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Il lavoro degli scienziati statunitensi è intitolato “Risposta immunitaria da infezione e da vaccino alla variante B.1.617 del Sars-CoV-2″ ed è già disponibile in versione preprint qui. Come suggerisce il nome, lo studio ha preso in esame il tasso di anticorpi sviluppati da malati convalescenti e da persone vaccinate con Pfier/BioNTech o Moderna. In entrambi i casi, la variante indiana si è rivelata 6,8 volte più ostica rispetto al ceppo base del virus. Eppure alla fine è stata comunque neutralizzata.
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“Nonostante una aumentata resistenza – concludono i ricercatori – il 79% dei convalescenti e il totale dei vaccinati (con Pfizer e Moderna, ndr) è riuscito lo stesso a debellare il virus. Questi risultati suggeriscono che i vaccini a RNA messaggero conservano la propria efficacia anche contro la variante indiana. Detto questo, dobbiamo continuare a sorvegliare la mutazione, per capire quanto l’evoluzione delle proteine spike metterà alla prova le difese immunitarie, la trasmissione del virus e la capacità dei vaccini di proteggerci”.