Varianti Covid, qual è la più letale? Lo svelano due ricerche britanniche

Secondo due studi pubblicati dal British Medical Journal e da Nature, c’è una delle varianti Covid che è più letale rispetto alle altre

varianti covid
Varianti Covid, un duplice studio svela qual è la più letale (Pixabay)

L’emergenza pandemica preoccupa tutto il mondo. I numeri continuano ad essere molto alti, sia per ciò che riguarda i nuovi contagi che per i decessi. Ad aver – di fatto – dato il via alla terza ondata sono state le varianti del Covid, più facilmente trasmissibili e potenzialmente più letali.

Mentre le campagne vaccinali proseguono a passo spedito, i vari governi nazionali stanno varando diverse misure restrittive volte a contenere il contagio. Un duplice studio britannico portato avanti dal British Medical Journal e da Nature hanno svelato qual è la variante più letale: quella inglese. I numeri sono abbastanza eloquenti, si parla di percentuali maggiori anche del 60-65% rispetto alle altre.

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Varianti Covid, quella inglese è la più letale: le ricerche

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I dati resi noti da un team di ricerca inglese (Pixabay)

Come svelato da una duplice ricerca portata avanti dal British Medical Journal e da Nature, tra le varianti del Covid quella inglese è la più letale. Si parla di percentuali maggiori anche del 60-65% rispetto alle altre, ma da leggere nella giusta prospettiva: considerando il numero di morti causati, le cifre non sono così disastrose come ci si potrebbe aspettare. L’obiettivo degli studi è stato quello di mettere in luce la differenza di mortalità tra le persone contagiate dalla variante B117 rispetto alle altre. Nello specifico, la mortalità a 28 giorni è superiore in tutte le fasce d’età sopra i 30 anni (se la malattia è dovuta alla variante inglese).

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Facendo un confronto col rischio di morte relativo alle diverse fasce d’età, però, tutto cambia. Per gli uomini tra i 55 e i 59 anni, per esempio, il tasso di mortalità passa dallo 0,6% delle altre varianti allo 0,9% di quella inglese. Per gli over 85 il rischio è massimo, e si passa dal 19% al 25% della variante B117. Confortanti anche i dati sull’efficacia dei vaccini, non al di sotto delle aspettative.

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