Dopo anni di resistenze, AOL alla fine ha ceduto e lo ha fatto con Verizon, accettando l'offerta da 4,4 miliardi di dollari.
America Online nasce nel 1983 sotto il nome di CVC, una azienda nata per offrire giochi per Atari. Successivamente, iniziò a sviluppare per Commodore e Apple e nel 2000, in piena bolla neteconomy, diventa AOL Time Warner. Un matrimonio durato 9 anni, visto che nel 2009, Time Warner si stacca, lasciando AOL proseguire per la propria strada.
Tra i principali fatti storici di AOL, troviamo l’acquisizione di Netscape nel 1999 per 4,2 miliardi di dollari e TechCrunch nel settembre 2010.
Punto nevralgico del progetto, mettere le mani sui contenuti video del portale americano.
Questa mossa conferma le ipotesi annunciate da tanti analisti, secondo i quali gli operatori telefonici, sotto il mirino di app e servizi online, dovranno reinventarsi per poter sopravvivere sposando l’attenzione su servizi e soprattutto contenuti, più semplici da gestire.
I dati in effetti sembrano confermare queste proiezioni: in tutta Europa, il volume di Sms è in netto calo da ormai 7 anni cosi come iniziano a calare anche i volumi del traffico Voce, man mano che le app diventano reali alternative alla chiamata vocale.
Tra gli utenti ad offrire alternative Voip, troviamo Facebook Messenger e Whatsapp.
Dopo anni di resistenze, AOL alla fine ha ceduto e lo ha fatto con Verizon, accettando l’offerta da 4,4 miliardi di dollari.
Il colosso americano AOL, una delle prime grandi aziende sulla scena del web, passa cosi di mano e si accasa con l’operatore americano Verizon.
L’offerta di Verizon è stata superiore del 17% rispetto al valore delle azioni. L’operazione verrà conclusa nei prossimi mesi mediante fusione per incorporazione.
Una offerta molto interessante se pensiamo che nel 2014, il portale americano aveva generato 2,5 miliardi di fatturato ma appena 126 milioni di dollari di utile.
Dopo il divorzio con Time Warner avvenuto nel 2009, Aol ha iniziato a faticare come Web Company a sé stante, subendo anche il declino di tutti i portali generalisti che, a partire dal 2004, hanno iniziato a soffrire enormemente, soprattutto per la rapida diffusione dei motori di ricerca, ancora oggi principale voce di traffico nel web.
AOL, rispetto a tanti altri, è riuscita però in parte a riproporsi in ambito Mobile e Video, potendo ora raccogliere i frutti di questi ingenti investimenti effettuati negli anni passati.