Tutto quello che pubblichiamo e scriviamo su Internet resta li, annidato in qualche memoria e tanto più il contenuto diventa virale, tanto più la sua diffusione può arrivare a coprire e penetrare ogni nodo della rete.
Il recente caso di cronaca relativo alla giovane napoletana Tiziana Cantone, finito purtroppo in tragedia, riporta ancora una volta in evidenza il problema della privacy online e del diritto connesso, ossia quello dell’oblio, di essere dimenticati.
Tutto quello che pubblichiamo e scriviamo su Internet resta li, annidato in qualche memoria e tanto più il contenuto diventa virale, tanto più la sua diffusione può arrivare a coprire e penetrare ogni nodo della rete.
I testi e le parole vengono in qualche modo dimenticati e sepolti nel web, o se ne perde l’artefice, ma è un caso diverso quando il contenuto incriminato comprende foto e video, in cui la persona è riconoscibile facilmente ed ancora più problematico, ovviamente, quando foto e video riprendono la vittima in situazioni che vengono giudicate dalla massa in modo negativo.
La prima regola da osservare parte dal principio che sarebbe opportuno condividere foto o video con la consapevolezza che queste resteranno online praticamente per sempre e che chiunque potrebbe venirne in possesso.
Se l’idea che la diffusione globale di una nostra foto, cosi come di un particolare video, potrebbe crearci problemi, sarebbe opportuno cancellarla dalla memoria del nostro dispositivo, ma purtroppo questa precauzione non sempre viene osservata, a volte a causa dell’inconsapevolezza o a volte a causa di truffe, vendette o inganni.
Cosa possiamo fare in questi casi?
Abbiamo chiesto ad alcuni esperti di Web Marketing che si occupano, tra le altre cose, anche di di Brand Reputation, come gestire queste situazioni.
La brand reputation mira a verificare, controllare ed eventualmente ‘aggiustare’ l’immagine di persone e aziende sulla rete con l’obiettivo di esaltare dati ed eventi positivi e nascondere o cancellare quelli negativi. Cosi come è possibile amplificare notorietà e interesse per un certo personaggio o argomento, è anche possibile fare l’inverso.
Come ci ha spiegato Fabrizio Ventre, Direttore SEO per Omniaweb Italia, che negli anni ha gestito diverse situazioni, soprattutto in campo politico ma non solo, in questi casi è possibile intervenire con diverse azioni in base al tipo di problema e alla sua estensione.
Prima di tutto sarebbe opportuno intervenire prontamente. Se preso per tempo, un fenomeno potenzialmente devastante potrebbe chiudersi in tempi rapidi.
Una volta avviato il processo virale, ovvero quel processo che fa sì che ogni utente condivida con i propri amici un determinato contenuto ed esponendo lo stesso ad una visibilità esponenziale già nel giro di pochi giorni, intervenire è complicato anche se in buona parte possibile; infatti il contenuto scomodo può essere eliminato dalla rete con operazioni di deposizionamento, sostituzione e cancellazione.
- E’ possibile deposizionare o nascondere un contenuto scomodo qualora questo sia stato pubblicato legalmente. Questa azione colpisce il Web e nello specifico i risultati di ricerca.
- Se il contenuto va oltre il web, arrivando quindi su sistemi di file sharing, deep web o altro, è possibile intervenire tramite la sostituzione del contenuto. Questa tecnica si basa sul concetto che le persone, venute a conoscienza di un certo fatto, vorranno vederlo di persona e inizieranno quindi a cercarlo. Attraverso la sostituzione, si incentiva la condivisione e promozione di un contenuto simile ma ovviamente realizzato in forma totalmente diversa, che possa risolvere il problema. Nel caso per esempio di Tiziana Cantone sarebbe stato possibile veicolare e diffondere un video simile ma decisamente meno problematico, al fine di incentivare la sostituzione online. Questa attività viene fatta spesso proprio in caso di filmati a luci rosse.
- Altro canale da seguire è quello della cancellazione. In questo caso è difficile muoversi perchè per la cancellazione spesso sono necessari mesi o anni di battaglie legali. Un tempo biblico per la rete. Inoltre, tutto quanto pubblicato nel cosiddetto deep web sarebbe esente da azioni legali perchè improbabili da portare a termine. In questo caso la cancellazione diventerebbe più ardua.
Mixando le diverse strategie, diventa possibile annullare o quanto meno contenere il problema, anche se si tratta di operazioni piuttosto complesse, lunghe e costose, ma spesso possono dare ottimi risultati.