Come spesso accade, nei momenti di maggiore incertezza, bufale e fake news trovano terreno fertile per diffondersi, soprattutto su WhatsApp. Le celebri catene di Sant’Antonio, nel tempo migrate da SMS a email, vivono una nuova epoca d’oro sulle piattaforme di messaggistica istantanea, su tutte quella di proprietà di Mark Zuckerberg.
In scia alla pandemia di Covid-19 sono molteplici le bufale che si sono alternate, nel corso dei mesi, sui vari social network. Molte, purtroppo, portando con sé secondi fini a dir poco spiacevoli, tra tentativi di phishing e vere e proprie truffe perpetrate da malintenzionati. In altri casi invece si tratta di “semplice” disinformazione, o scherzi di vario genere, che nulla fanno se non creare ulteriori e inutili dubbi negli utenti che li ricevono. In questo caso parliamo di un fantomatico bonus “Io resto a casa” che, ovviamente, non esiste.
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Bonus “Io resto a casa”, 120 euro al giorno: la nuova bufala che gira su WhatsApp
Tutto parte dall’invito del Governo, oramai assodato, ad evitare gli spostamenti superflui e, per l’appunto, a restare a casa il più possibile. Come sempre avviene nella costruzione delle bufale c’è dunque un elemento se non altro verosimile a dare credibilità alla storia. In questo caso però si tratta semplicemente di uno scherzo, che avrà sicuramente strappato un sorriso tra amici e parenti. Un fantomatico bonus dicevamo, di ben 120 euro al giorno (oltre 3000 euro al mese quindi), accessibile semplicemente compilando un modulo allegato al messaggio.
Lo Stato versa a ogni cittadiono che resta responsabilmente a casa 120€ al giorno. Il modulo per la richiesta lo trovate qui
Questo il testo del messaggio che, francamente, fin dalla prima occhiata appare “troppo bello per essere vero”. E infatti… E’ bene precisare che cliccando sul link non si viene infettati da malware o truffati in altra maniera, semplicemente si cade vittima di una goliardica presa per i fondelli. Al posto del famigerato modulo che dovrebbe garantirvi in pochi click oltre 3000 euro al mese, ad attendervi ci sarà un gorilla intento a farvi il dito medio.
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Se da una parte si tratta di uno scherzo innocuo infatti, dall’altra lo stesso messaggio potrebbe essere utilizzato da malintenzionati con scopi ben meno nobili. Come accaduto in passato infatti, improbabili iniziative del governo in fatto di aiuti e sussidi sono state usate per dirottare gli utenti su finte pagine web istituzionali richiedenti dati sensibili dell’utente. Con tutte le conseguenze del caso.