Regole ed eccezioni. Normalmente un account Whatsapp dura 120 giorni da quando un utente decide di utilizzare l’applicazione informatica di messaggistica istantanea centralizzata statunitense, creata nel 2009 ma 2014 una delle colonne portanti di facebook. Normalmente, però.
Dopo quattro mesi circa, dunque, Whatsapp userà la rimozione automatica per cancellare tutte le informazioni, che di conseguenza non rimarranno per sempre memorizzati. 120 giorni è la regola, entro la quale un utente non deve necessario disinstallare l’app né effettuare l’eliminazione dell’account: lo farà Whatsapp automaticamente. Regola, sì. E poi c’è l’eccezione che accorcia drasticamente il lasso di tempo a 45, un mese e mezzo circa.
E’ proprio Whatsapp a spiegarlo, direttamente nel suo Centro Assistente. “Per eliminare la confusione derivante dai numeri di telefono riciclati, monitoriamo gli account inattivi – spiegano l’app californiana – se un account rimane inutilizzato per 45 giorni e poi viene riattivato su un telefono diverso, prendiamo questo come un segno che il numero è stato riciclato. In quel caso, provvediamo a rimuovere i vecchi dati dell’account legati al numero di telefono – come l’immagine del profilo e la info”.
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La pratica di riciclare i numeri di telefono da parte degli operatori è piuttosto comune: le risorse non sono infinite e inoltre i nuovi contratti spesso prendono numerazioni lasciate libere da clienti che sono passati a un nuovo numero di telefono.
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Se il precedente proprietario del tuo numero di telefono non ha cancellato il suo account di WhatsApp, tu e i tuoi contatti potreste vedere il tuo numero di telefono su WhatsApp prima che il nuovo account venga attivato. Potreste anche vedere l’immagine e la info del profilo di qualcun altro associati al tuo numero di telefono.
I gestori della piattaforma assicurano che non esiste circostanza in cui i dati possano passare di mano al nuovo intestatario del numero. Proprio per evitare scambi di persona da parte dei vecchi contatti, in questi casi la procedura di disattivazione del vecchio account viene velocizzata a 6 settimane anziché le canoniche 16.
Fino al 17 gennaio 2016 l’app prevedeva (dal momento dell’attivazione) un periodo di prova di 1 anno e successivamente il pagamento di un abbonamento, in particolare un canone annuale di 0,89 € per Android, BlackBerry o Windows Phone.
È stata successivamente introdotta la possibilità di abbonarsi per 3 anni al prezzo di 2,40 € o per 5 anni al prezzo di 3,34 € e la possibilità di pagare per un amico. Il servizio viene attivato sul numero dell’utente, che potrà liberamente cambiare cellulare, reinstallare o aggiornare il software, purché il numero telefonico rimanga invariato. Per la piattaforma iOS era invece richiesto un canone pari ad € 1 una tantum, al primo download. Questa politica ha suscitato accese proteste soprattutto da parte di utenti non Apple.
Tant’è che il giorno dopo quel fatidico 17 gennaio il co-fondatore di Whatsapp, Jan Koum, annunciò che il servizio non avrebbe più addebitato più ai propri utenti una quota annuale di 1 €. Niente pubblicità di terze parti nuove funzionalità come la capacità di comunicare con le organizzazioni aziendali.
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