L’organizzazione europea dei consumatori, con a capo otto suoi membri, ha presentato una denuncia alla Commissione europea e alla rete europea delle autorità per i consumatori contro WhatsApp, per molteplici violazioni dei diritti dei consumatori dell’UE.
Da diversi mesi WhatsApp starebbe, sempre secondo l’organizzazione europea dei consumatori, facendo pressioni indebitamente sui propri utenti affinché accettino le nuove condizioni d’uso e l’informativa sulla privacy. Eppure questi termini non sarebbero né trasparenti né comprensibili.
J’accuse whatsapp: notifiche persistenti, vaghezza, indebita pressione
Il reclamo dell’associazione europea dei consumatori è dovuto in primo luogo alle notifiche persistenti, ricorrenti e invadenti che spingono gli utenti ad accettare gli aggiornamenti della politica di WhatsApp. Il contenuto di tali notifiche, la loro natura, la tempistica e ricorrenza, eserciterebbero un’indebita pressione sugli utenti, pregiudicandone la libertà di scelta. Tutto questo costituirebbe una violazione della Direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali.
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La denuncia – L’organizzazione europea dei consumatori evidenzia l’opacità dei nuovi termini e il fatto che WhatsApp non è riuscita a spiegare in un linguaggio semplice e comprensibile la natura delle modifiche in termini di privacy. È praticamente impossibile per i consumatori avere una chiara comprensione delle conseguenze che i cambiamenti di WhatsApp comporterebbero per la loro privacy, in particolare in relazione al trasferimento dei loro dati personali a Facebook e ad altre terze parti. Questa ambiguità costituirebbe una violazione del diritto dei consumatori dell’UE. Che obbliga le aziende a utilizzare condizioni contrattuali e comunicazioni commerciali chiare e trasparenti.
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La condotta di WhatsApp sarebbe aggravata dal fatto che continua a spingere gli utenti ad accettare una politica sulla privacy che è attualmente al vaglio delle autorità europee per la protezione dei dati per violazioni della legge sulla protezione dei dati dell’UE.
Monique Goyens non le manda a dire e punta il dito senza mezzi termini sulla messaggistica istantanea da sempre leader nel settore. Un vero e proprio j’accuse. “WhatsApp ha bombardato gli utenti per mesi con messaggi pop-up aggressivi e persistenti per costringerli ad accettare i suoi nuovi termini d’uso e la politica sulla privacy – tuona – hanno detto agli utenti che il loro accesso alla loro app sarà interrotto se non accettano i nuovi termini. Eppure i consumatori non sanno cosa stanno effettivamente accettando. WhatsApp è stato deliberatamente vago al riguardo e i consumatori sarebbero esposti a trattamenti di dati di vasta portata senza un valido consenso. Ecco perché chiediamo alle autorità di agire rapidamente contro WhatsApp per garantire che rispetti i diritti dei consumatori“.
Da diversi mesi WhatsApp spinge i consumatori ad accettare modifiche alle condizioni d’uso e all’informativa sulla privacy. Da allora, i consumatori sono stati bombardati da notifiche persistenti per accettare i nuovi termini, facendo loro credere che avrebbero sperimentato funzionalità dell’app limitate se non lo facessero.
Il BEUC spiega perché tali pratiche sono problematiche dal punto di vista dei diritti dei consumatori nel suo rapporto “What’s Up With WhatsApp – an assessment of WhatsApp’s practices alla luce delle norme UE sulla protezione dei consumatori” che accompagna la denuncia alla Commissione europea e alla rete europea delle autorità per i consumatori.