Come segnalato da Bufale.net, negli ultimi giorni sta girando su WhatsApp una pericolosa truffa che parla di presunte caramelle con la droga che vengono distribuite nelle scuole
Un fenomeno nato decenni fa e che continua ad essere persistente. Le catene di Sant’Antonio prevedono l’utilizzo della condivisione massiccia per far circolare messaggi che solitamente sono falsi, adescando però vittime ignare che ci cascano e a loro volta avvisano amici e familiari.
Se prima si faceva tutto tramite email o SMS, ora è chiaramente WhatsApp lo strumento maggiormente utilizzato. Tra le altre, negli ultimi giorni – come segnalato da Bufale.net – sta girando un messaggio legato a presunte caramelle che girano nelle scuole con sostanze stupefacenti al loro interno. Si tratta di una fake news, ma c’è chi ci crede.
Occhio all’ultima bufala che sta girando su WhatsApp
Ad aver lanciato per primi l’allarme ci hanno pensato gli esperti di Maldita.es, e la notizia è stata poi ripresa da Bufale.net. Si tratta in realtà di una classica catena di Sant’Antonio che ha iniziato a girare addirittura sei anni fa. “Sembra che nei gruppi di genitori su WhatsApp sia attiva una nuova forma di bufala a catena in cui si dice che nelle scuole sia distribuito un presunto nuovo dolce della droga. È meglio fare un uso produttivo di questi gruppi con informazioni utili ai propri figli, piuttosto che condividere messaggi a catena che non corrispondono ad informazioni dirette da fonti ufficiali. Se non conosciamo l’origine del messaggio, diffidiamo e controlliamo con fonti affidabili prima dell’inoltro” l’appello che era stato lanciato dalla Policia Nacional spagnola il 24 maggio 2016.
Ora pare che il fenomeno in questione sia tornato a far parlare di sé, con sempre più genitori intenti a inoltrare l’avviso per mettere in allerta gli altri membri dei gruppi. Se anche a voi è capitato di avere sotto mano la fake news in questione, il consiglio è ovviamente quello di diffidare e di evitare la condivisione. È sempre bene verificare tramite i motori di ricerca o le testate giornalistiche certificate ciò che viene letto, al fine di non scatenare inutili allarmismi.