Il sistema di pagamento legato alla app di messaggistica potrebbe presto alzare i livelli di sicurezza. Ecco perché sarebbe una buona notizia per noi.
WhatsApp Pay potrebbe presto richiedere agli utenti una prova di identità. Per quanto il condizionale resti d’obbligo fino al rollout ufficiale, il sistema di pagamenti basato sulla app di messaggistica più diffusa al mondo dovrebbe essere integrato con ulteriori verifiche, volte chiaramente a rafforzarne la sicurezza.
L’anticipazione arriva dal team di XDA-Developers, che ha effettuato il teardown dell’APK e vi ha scovato le stringhe di codice che potrebbero abilitare la richiesta di un documento di identità. Attualmente presenti solo sulla versione beta del software, potrebbero non approdare mai su una versione ufficiale. Tuttavia, la suddetta fonte fornisce anche qualche ipotesi a sostegno della possibile modifica.
Innanzitutto, specifichiamo che al momento WhatsApp Pay è disponibile solo in India e Brasile. Come accade per la app in sé, nel Subcontinente è sempre il numero di telefono personale a connettere l’utente con il suo conto in banca. Allo stato attuale dell’applicazione, le transazioni finanziarie avvengono grazie all’interfaccia unificata di pagamento, UPI (Unified Payment Interface), che in India è autorizzata a livello istituzionale. In Brasile, invece, WhatsApp ricorre al filtro di Facebook Pay per autorizzare i pagamenti.
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Nel post della nota webzine dedicata agli sviluppatori e ai dispositivi mobili, sono elencate due o tre possibili ragioni che giustificherebbero la novità. La prima fa riferimento a un’imminente uscita di WhatsApp Pay in un nuovo paese o area, ove sia richiesta una garanzia ulteriore sull’identità degli utenti. Difficile derivarne uno sbarco immediato in Europa e in Italia, tuttavia è innegabile che un barlume di speranza ci sia. La seconda, che la novità sarà introdotta solo per i clienti business. Infine, un’altra plausibile motivazione riguarderebbe l’evoluzione di WhatsApp Pay in India: gli sviluppatori starebbero perfezionando un vero e proprio Wallet, un tipo di applicazione da cui la Banca Centrale di Mumbai esige appunto una conferma “KYC” (Know Your Customer) dell’identità.
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Ripetiamolo: l’attesissima opzione di pagamento è per ora disponibile solo in India e Brasile. Facebook ha scelto i due macro mercati nazionali – dove peraltro la app di messaggistica è di gran lunga più utilizzata rispetto alle concorrenti – per testarla e “pulirla” da eventuali bug. È come dire che WhatsApp Pay è in una sorta di fase beta. Una volta terminata, i piani alti di Menlo Park prenderanno una decisione in merito al lancio sul mercato globale e dunque sulla sua disponibilità in Europa e in Italia.
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