Stando ad alcune indiscrezioni riportate da Bloomberg, dietro ai disservizi lamentati nei giorni scorsi da WindTre potrebbe celarsi un attacco hacker.
WindTre potrebbe esser stata vittima di un attacco hacker. È questa l’ipotesi che sta gradatamente rincorrendosi sul web dopo i disservizi registrati nei giorni scorsi ai sistemi informatici dell’operatore unico e della controllata Very Mobile. A lanciare l’indiscrezione è l’affidabile Bloomberg, il quale sarebbe entrato in possesso di una comunicazione interna inoltrata di recente dall’amministratore delegato Jeffrey Hedberg ai suoi dipendenti.
L’oggetto dell’e-mail offre spunti ricostruttivi sulla vicenda, ridimensionando per converso la portata dell’eventuale (giacché non ancora confermato) attacco informatico subìto da WindTre. A detta del dirigente, sarebbero infatti appena quaranta i computer colpiti, corrispondenti cioè allo 0,6% delle workstation globalmente dislocate in azienda. Nessuna ripercussione invece a danno dei consumatori, stante alcune misure a titolo precauzionale disposte immediatamente dal gestore. Come riportato infatti in rete, la maggior parte dei disservizi avrebbe interessato le app ufficiali di WindTre, ma anche i siti web ufficiali e i sistemi interni dei rivenditori.
Si tratta, vale la pena rimarcare, di notizie non ancora confermate e che, a conti fatti, vanno in senso diametralmente contrario rispetto alla comunicazione diramata da WindTre nei giorni scorsi, la quale si è limitata a far riferimento a “generiche anomalie in fase di risoluzione“. Le prossime ore saranno in tal senso decisive per una conferma o smentita dell’indiscrezione ivi riportata.
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Lo smartworking fa da volano agli attacchi cybercriminali
Sullo sfondo resta comunque un dato rilevante: l’incremento di attacchi cybercriminali registrati durante il corso degli ultimi mesi. Non si tratta invero di una mera casualità, dal momento che la diffusione dello smartworking ha di fatto trasformato i lavoratori dipendenti in facili vittime degli hacker, grazie anche alla presenza di malware installati sui laptop personali dei malcapitati utenti e divulgati attraverso congegni disparati (come ad esempio e-mail o messaggi fraudolenti).
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In quest’ottica non deve sorprendere la rilevanza di due recenti vicende legate a doppio filo: il furto dati subìto a dicembre dall’operatore virtuale ho. Mobile (il gestore controllato da Vodafone, ndr) e, più recentemente, la vulnerabilità del software Microsoft Exchange Server, il cui impatto ha inciso negativamente sulla sicurezza di addirittura 250mila organizzazioni, tra cui la European Banking Authority.