WindTre non tarda a rispondere riguardo ai servizi a pagamento che l’hanno vista coinvolta. Ecco cosa dice riguardo alla notizia preventiva del caso di sequestro
Arriva una risposta da parte di WindTre. Riguarda il sequestro preventivo di di oltre 21 milioni di euro. Tale azione è stata disposto dalla Gip Stefania Nobile. Viene ipotizzato il reato di frode informatica legata ai servizi VAS attivati illecitamente a clienti ignari.
Sulle SIM dei proprio abbonati il provider, secondo l’inchiesta, ha addebitato in bolletta i costi di piani di terze società. Così facendo i clienti della compagnia si sono ritrovate spese in più i un fattura. La formula, esplicata in modo molto semplice, sembra aver seguito la logica “poco ma a molti”.
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WindTre e l’inchiesta dei servizi a pagamento, la risposta
Il coinvolgimento dell’azienda riguarda la compagnia prima della fusione. Insieme ai suoi ex manager ed anche alcuni fornitori dei contenuti VAS. La Gip ha come scopo il delineamento dell’organigramma di Wind nel momento in cui sono accaduti i fatti. Il tutto tramite l’individuazione dei soggetti che si sono attivati per segnalare i fatti illeciti.
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O comunque per tentare di trovare un rimedio. Il provider è stato finalmente pronto a commentare tutto ciò che è accaduto. Stando a quanto ha affermato ufficialmente l’azienda è in fase di lavoro per poter individuare misure rapide di prevenzione. Ancora l’inchiesta è in corso e si cerca di fare chiarezza su come si siano svolti realmente i fatti.