WindTre sotto inchiesta: ha truffato i propri clienti addebitando costi extra per alcuni servizi aggiuntivi su smartphone. Codacons ha pubblicato un modulo per costituirsi parte offesa e richiedere un risarcimento: ecco come fare
Un’inchiesta della Procura di Milano ha sventato una nuova truffa che coinvolge i servizi offerti su smartphone, in particolar modo il servizio WindTre ed alcune società dei contenuti ai quali il provider si appoggia. La società avrebbe imposto un addebito per i servizi aggiuntivi sulla scheda SIM come meteo, oroscopi, gossip e giochi, ottenuto con modalità ingannevoli dagli utenti ignari. Per ogni click alla pagina web dei servizi, visitata attraverso banner fraudolenti, agli utenti venivano addebitati 9 centesimi.
Per non destare sospetti nel riepilogo della bolletta, il sistema era tarato in modo che, una volta raggiunta la somma di 1 euro al mese, l’addebito si bloccasse. Una importo minimo che poteva facilmente sfuggire all’occhio del cliente tra varie voci in fatturazione, ma fruttava somme ingenti su larga scala grazie ai numerosissimi abbonati della compagnia telefonica.
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Sequestri da milioni di euro: come i clienti potranno ottenere un risarcimento
Tutto ciò è stato rivelato ai PM da un ingegnere di Accenture, l’hub tecnologico di Wind nel periodo febbraio-giugno 2020, subentrata a Pure Bros sotto indagine: sui suoi conti pesa un sequestro preventivo di 204.000 euro. 21 milioni di euro sono invece stati già sequestrati nei mesi passati a Wind, in quanto percentuali sui servizi attivati da società di contenuti Bright Moby e Yoom, tramite la piattaforma tecnologica Pure Bros. Un altro sequestro preventivo di 109.000 euro è stato effettuato sui conti di Vetrya, la società subentrata a Pure Bros nel contrattualizzare i produttori di contenuti di Wind (in quel momento, secondo gli inquirenti, anche in conflitto di interessi e in contrasto con le direttive dell’Agcom, l’Autorità Garante delle Comunicazioni.)
Sono indagati per l’ipotesi di frode informatica l’amministratore delegato Luca Toassini e i direttori amministrativi ed operativi di allora, Alessandro Prili e Simone Polverini. Il recente cambio di regolamentazione, che impone l’inoltro di una richiesta esplicita per ricevere un servizio aggiuntivo e la rimozione del blocco preimpostato, ha fatto emergere che, degli 8 milioni e 278 mila clienti Wind con barring attivato, hanno comunicato di non voler attivare il blocco soltanto 390 utenti.
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Alla luce dell’inchiesta, per tutelare i diritti dei clienti Wind coinvolti, il Codacons annuncia che dal pomeriggio del 28 settembre sarà possibile scaricare dal sito Codacons.it un modulo con cui costituirsi parte offesa nel procedimento presso la Procura di Milano, con conseguente richiesta di risarcimento.