Xiaomi 12 e 12 Pro debuttano ufficialmente in Cina, aprendo la gara degli smartphone top di gamma 2022. Più compatto il primo, completo e senza sbavature il secondo. E c’è pure uno smartwatch di lusso
Dicembre è ormai il mese di riferimento per le strategie di Xiaomi. Un anno fa veniva presentato Mi 11, il primo smartphone al mondo ad essere equipaggiato dal processore Snapdragon 888, nonché in assoluto primo dispositivo flagship per il 2021. Dodici mesi più tardi, il produttore cinese torna nuovamente a fare la voce grossa, togliendo i veli alla sua nuova gamma di smartphone Android di fascia alta. E non soltanto quella.
Pur non conquistando stavolta la palma di primo produttore a utilizzare l’ultimo chip di punta di casa Qualcomm, Xiaomi apre il suo personalissimo 2022 con tre prodotti molti diversi tra loro. Già, perché accanto al più tradizionale Xiaomi 12, la società di Shenzhen ha voluto ufficializzare un’inedita variante Pro capace di posizionarsi ai vertici del settore mobile sotto molteplici punti di vista. L’elemento in comune è il potente SoC Snapdragon 8 Gen 1, ma per il resto le differenze appaiono sostanziali, soprattutto in termini di batteria, schermo e fotocamere.
A questi va aggiunto l’altrettanto inedito Xiaomi 12X, per il quale possiamo già chiudere il discorso in pochissime battute: è un 12 con processore meno potente – lo Snapdragon 870 già visto sul tablet Xiaomi Pad 5 – e perciò più allettante in termini di prezzo di vendita. Vedremo se approderà in futuro anche in Italia, magari sotto altro nome.
Xiaomi 12 vs 12 Pro, le differenze
Xiaomi 12 stupisce solo a guardarlo: è più piccolo del precedente Mi 11, stante la presenza di un pannello da 6,28 pollici che sembra strizzar l’occhio agli smartphone di un tempo. Il produttore lo ha definito senza mezzi termini come un prodotto comodo da utilizzare con una sola mano, grazie anche a una larghezza record (69,9 millimetri) agevolata da un peso piuttosto bilanciato (180 grammi). Al netto delle dimensioni, lo schermo utilizzato da Xiaomi è da vero flagship: tecnologia AMOLED, frequenza di aggiornamento di 120 Hz e luminosità di picco di 1.100 nit sono i tre ingredienti segreti di un dispositivo che non vuole far rimpiangere il precedente Mi 11.
Numeri senz’altro importanti, seppure in evidente chiaroscuro laddove confrontati invece con Xiaomi 12 Pro, l’unico della gamma – almeno per il momento – a far sfoggio di un pannello più grande (6.73 pollici), peraltro di tipo LTPO (la stessa tecnologia degli schermi di iPhone 13 Pro, tanto per intenderci), risoluzione QHD+ e luminosità fino a 1.500 nit. La tecnologia LTPO rappresenta un’importante evoluzione rispetto ai precedenti smartphone Xiaomi di fascia alta, giacché permette di usufruire di tutti i benefici del refresh rate a fronte di un sostanzioso risparmio in termini di batteria: il pannello varierà infatti in automatico la frequenza di aggiornamento, adattandosi all’uso e alle necessità.
Se l’estetica è una delle principali differenze tra Xiaomi 12 e 12 Pro, altrettanto lo è il comparto fotografico: il modello tradizionale è composto da tre sensori sul posteriore, di cui uno principale da 50 megapixel con sensore Sony IMX766 da 1/1,56 pollici e apertura focale f/1.88, affiancato da una fotocamera ultra-grandangolare da 13 megapixel (grandangolo da 123 gradi) e una fotocamera zoom 2X.
Ma è con Xiaomi 12 Pro che il produttore cinese vuole conquistare il titolo di cameraphone 2022. Il tris fotografico riprende soltanto in parte i numeri del modello per così di dire di “ingresso”: sebbene il sensore principale sia ancora da 50 megapixel, a variare è questa volta il componente, con il Sony IMX 707 che promette scatti ragguardevolissimi in notturna, dall’alto di una scheda tecnica ben più attrezzata per assecondare le esigenze degli appassionati di fotografia. In quest’ottica, segnaliamo l’importante dimensione del sensore, pari a 1/1,28 pollici, nonché l’apertura focale f/1,9. La differenza tra i due smartphone si fa ancora più marcata se prendiamo come riferimento i restanti due obiettivi di 12 Pro, entrambi da 50 megapixel e con il secondo – quello dedicato alla grandangolare – basato ancora sul sensore Sony IMX 707. In questo senso, se Xiaomi 12 appare più in linea con il modello di generazione precedente, 12 Pro sembra più strizzare l’occhio al Mi 11 Ultra, ad oggi uno dei migliori smartphone per fotocamera.
In ogni caso, a far da trait d’union tra i due modelli è il software fotografico. Xiaomi ha infatti precisato che l’Intelligenza Artificiale sarà la marcia in più delle camere di 12 e 12 Pro, migliorando la qualità degli scatti e offrendo performance superiori in notturna.
Xiaomi 12 è comunque un piccolo capolavoro di ingegneria: malgrado le dimensioni contenute, il produttore cinese è riuscito a inserire una batteria da 4.500 mAh con supporto alla ricarica rapida a 67 watt, ricarica wireless a 50 W e ricarica inversa a 10 W. Di ben altra pasta lo Xiaomi 12 Pro, che inaspettatamente ha una batteria leggermente sottodimensionata rispetto alle dimensioni (4.600 mAh) ma guadagna in compenso la ricarica rapida a 120 W già vista con lo Xiaomi 11T Pro.
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Xiaomi 12, 12 Pro e 12X: i prezzi in Cina
Come lo scorso anno, i nuovi smartphone Xiaomi di fascia alta saranno inizialmente un’esclusiva cinese. Il debutto in Italia (quantomeno per lo Xiaomi 12) non è in discussione e verosimilmente se ne parlerà tra febbraio e marzo. Volendo guardare ai prezzi, il modello base, quello 8/128 GB, costerà 3.699 yuan, al cambio attuale circa 512€. Le altre varianti, quelle da 8/256 e 12/256 GB, si spingeranno al massimo verso la soglia equivalente dei 609 euro. Xiaomi 12 Pro parte invece da 4.699 yuan (650€) per la versione 8/128 GB, fino a salire a 748 euro per la versione 12/256 GB.
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Xiaomi Watch S1, lo smartwatch lussuoso
Non soltanto smartphone (e che smartphone) per Xiaomi. Il produttore cinese svela anche Xiaomi Watch S1, senza mezzi termini il wearable più curato e lussuoso mai prodotto dal sodalizio di Shenzhen. L’orologio “intelligente” è costruito con perizia ed è impreziosito da materiali da fare invidia ai tradizionali orologi, tra cui soprattutto il vetro zaffiro e una band con mescola in gomma. Xiaomi ha voluto rimarcare tutti i benefici del secondo materiale, molto più facile da pulire e meno effetto “calamita” di polvere e sporcizia rispetto ai tradizionali cinturini in silicone.
Xiaomi Watch S1 è alimentato dal processore BES2500BP, in coppia con 4 gigabyte di memoria RAM e addirittura 32 gigabyte di memoria interna da sfruttare per conservare musica e file musicali. Interessante è anche l’autonomia: l’inserimento di una batteria da 470 mAh unito ad un sistema operativo proprietario garantirà infatti fino a 12 giorni di utilizzo continuo. Pur non essendoci Wear OS a bordo, lo smartwatch Xiaomi sarà compatibile con diverse applicazioni esterne: allo stato attuale è stata confermata la compatibilità con più di venti programmi, la maggior parte dei quali attivi in Cina, come Alipay, Baidu Maps, AutoNavi Maps, NetEase Cloud Music, Air Travel e Aidong Fitness