Xiaomi Mi 11 potrebbe costare quanto il modello di generazione precedente. Colpisce tuttavia il sostanziale divario rispetto alla variante cinese, tanto per prezzo quanto per specifiche.
Dopo aver fatto da iniziale apripista in Cina, il primo smartphone al mondo ad essere equipaggiato dal potente processore Snapdragon 888 di Qualcomm si appresta a fare il suo debutto anche in Europa. Una esclusiva che Xiaomi vuol evidentemente far pagare a caro prezzo, sebbene si tratti comunque di cifre pressoché in linea con lo spirito top di gamma del dispositivo.
Come riportato in esclusiva dall’informato 91Mobiles, Xiaomi Mi 11 costerà in Europa 799 euro, quantomeno nella sua variante per così dire di “ingresso”, ossia quella caratterizzata dalla presenza di 8 gigabyte di memoria RAM e 128 gigabyte di spazio di archiviazione interno. Cento euro in più, invece, per il modello impreziosito da 256 gigabyte di storage.
Non si tratta comunque di informazioni certe, seppure plausibili: il prezzo di Xiaomi Mi 11 – così come anticipato in queste ore – pare essere pressoché in linea con il diretto predecessore, peraltro il primo ad aver lanciato l’azienda cinese verso cifre finora sconosciute (complice il rapporto qualità-prezzo da sempre prerogativa preponderante della società di Shenzhen). E chissà che gli esborsi non possano ulteriormente lievitare fino a sfondare quota mille, stanti i recenti interrogativi di Lei Jun, amministratore delegato di Xiaomi.
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Seppure coerente con gli smartphone Xiaomi top di gamma del 2020, il prezzo del primo dispositivo Android con a bordo lo Snapdragon 888 di Qualcomm fa senza dubbio scalpore, specie se comparato con le equivalenti strategie commerciali abbozzate in Cina. Basti considerare, infatti, che Xiaomi Mi 11 costa in Asia ben 3.999 yuan, corrispondenti a circa 516 euro, e perciò assai più contenuti rispetto ai listini europei.
La differenza è ancora più marcata se consideriamo la tipologia di modello in commercio: mentre infatti in Europa si partirà da 799 euro per avere 8 gigabyte di memoria RAM (quantitativo comunque sufficiente e bastevole), viceversa la variante d’ingresso in Cina viene fornita con addirittura 12 gigabyte di memoria RAM. Il discorso è in soldoni riassumibile in poche righe: gli acquirenti asiatici otterranno uno smartphone con specifiche tecniche più elevate – sebbene come detto prima marginali – pagando addirittura (molto) meno rispetto ai consumatori europei.
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In ogni caso, sarà necessario attendere la data dell’otto febbraio prossimo per scoprire l’integrale strategia di Xiaomi: oltre a Mi 11 – e ai consequenziali prezzi di vendita in Italia – potrebbe infatti veder la luce anche il più economico Mi 11 Lite.
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