Il marchio di smartphone numero uno al mondo nel 2021, meglio di Samsung ed Apple, funziona anche così. Per differenziare i suoi prodotti l’uno dall’altro, Xiaomi divide i suoi prodotti in più marchi secondari, il più notevole dei quali è “Mi”. Ora non sarà più così.
A dieci anni di distanza dal lancio del suo primo smartphone con il marchio “Mi”, la multinazionale cinese che opera nel campo dell’elettronica di consumo, fondata in Cina nel 2010 da Lei Jun e con sede a Pechino è pronta per un grande cambiamento: ha deciso di eliminare “Mi” dai nomi dei suoi prodotti. La svolta è già partita con il MIX 4 recentemente rilasciato dall’azienda pechinese. Un portavoce di Xiaomi ha confermato all’autorevole XDA che tutti i suoi prodotti imminenti, non solo gli smartphone seguiranno l’esempio del MIX 4.
Xiaomi cambia tutto: le motivazioni
Un cambiamento epocale, forse un atto dovuto, vuoi perché alla fine sempre le stese cose stufano, vuoi per semplificare la vita a quei pochi utenti che ancora non conoscono molto bene il brand, e che sicuramente non ne conoscono la storia, né sono interessati a farlo. Tant’è. Sebbene Xiaomi stia facendo furore in questo 2021, un autentico annus mirabilis, il colosso pechinese vende anche molti prodotti nelle categorie smart home, lifestyle e informatica, ma anche televisori, laptop, frigoriferi, friggitrici, smartwatch, scooter, robot, asciugacapelli e molto altro ancora di tecnologici. Ebbene la maggior parte di questi prodotti che portano il marchio Mi, cambieranno seguendo la scia degli smarthpone, mai più (fino a prova contraria) con lo storico Mi.
LEGGI ANCHE >>> False app per il mining di criptovalute sugli smartphone, Google corre ai ripari
Un ritorno al passato, volendo, per vivere meglio un presente radioso, puntando a un futuro migliore. Ancora più splendido di questo. Il primo prodotto Xiaomi a portare il marchio Mi non era in realtà uno smartphone, in realtà MIUI: il suo sistema operativo basato su Android che è ancora oggi esistente nella versione 12.5. E’ datato 2011 il primo smartphone Xiaomi con la denominazione Mi. Il Mi 1. Appunto. Un cellulare che racchiudeva le specifiche di punta (all’epoca), tra cui il chipset Snapdragon S3 dual-core di Qualcomm, 1 GB di RAM e una risoluzione da 4 pollici 854 × 480 Pannello LCD. Ovviamente, eseguiva anche MIUI su Android 2.3 Gingerbread. Negli anni a venire, Xiaomi ha continuato a pompare sui nuovi smartphone nella sua serie Mi, tutti disponibili esclusivamente in Cina. Nel 2013 la prima svolta: Xiaomi strappa Hugo Barra da Google, che all’epoca era vicepresidente e portavoce del prodotto per Android. Cambia tutto.
LEGGI ANCHE >>> Facebook si stacca da Messenger? In arrivo una funzione super e “indipendente”
Sotto la guida di Barra, Xiaomi si è espansa in altre parti dell’Asia, inclusa Singapore ma soprattutto in India, un paese che è diventato la chiave del successo globale dell’azienda cinese. I primi prodotti Xiaomi ad essere lanciati fuori i confini patri sono stati il Mi 3 e il Redmi 2, quest’ultimo il secondo prodotto del sub-brand dell’azienda, che da allora è cresciuto talmente tanto da diventare una pedina fondamentale, sia per la strategia globale di Xiaomi sia per dare scacco matto ai competitor. Ora una nuova era, con gli stessi obiettivi (mantenere la leadership appena presa), ma senza Mi.