Il signor Zuckerberg scommette sulla realtà virtuale; secondo lui questa tecnologia diventerà importante e quello attuale è proprio il momento di investire; Mark è anche sicuro di vincere la sommessa.
Alla domanda del giornalista del Welt am Sonntag, se è proprio così sicuro che la realtà virtuale non sia una montatura, il Ceo di Facebook risponde: “Proprio questa settimana abbiamo reso noto che dal lancio del Gear VR sono già state guardate un milione di ore di video 360° con il visore. La distribuzione da parte di Samsung è appena iniziata. Tutto questo è molto incoraggiante. Quello che davvero non so è quanto tempo occorrerà prima che questo ecosistema venga costruito. Potrebbero volerci cinque, dieci anni o anche venti. Ci sono voluti dieci anni prima di giungere a un mercato di massa dallo sviluppo del primo smartphone. Il Blackberry è stato introdotto nel 2003, e solo nel 2013 è stata raggiunta la cifra di un miliardo di dispositivi”.
Zuckerberg scommette anche su 2 tendenze:
Per Mark Zuckerberg, quindi, “in futuro ogni dieci o quindici anni arriverà una nuova piattaforma informatica. La realtà virtuale è attualmente il candidato più promettente”.
Secondo la visione di Facebook, il “mega-trend” dei prossimi 5 anni, quasi quanto lo è stato quello della telefonia mobile, sarà lo sviluppo del settore dei video, ma non si sbilancia sui prossimi dieci anni, poiché per lui questo è il livello di “ciò che è di là da venire”.
Il Ceo dichiara che Facebook sta investendo su 3 grandi ambiti:
Quando il giornalista del Welt am Sonntag chiede a Zuckerberg come l’intelligenza artificiale cambierà la società, il Ceo dichiara: “La mia esperienza mi insegna che la gente impara in due modi. Possiamo parlare di un apprendimento guidato e di un apprendimento non guidato. L’apprendimento guidato è quando, per esempio, si mostra al proprio bambino un libro illustrato e gli si mostra tutto (…) gli si mostrano le immagini e alla fine il bambino capisce che sta vedendo un cane, poiché gli abbiamo detto quindici volte che è un cane. Si tratta, propriamente, del riconoscimento di un modello (…) e che è stato sfruttato fino in fondo”.
Secondo Zuckerberg, l’apprendimento non guidato sarà il modo di apprendere del futuro: “Si ha in testa un modello di come il mondo funziona e lo si perfeziona, cercando di prevedere quello che avverrà in futuro. Ciò a sua volta ci aiuta a stabilire come dovranno essere le nostre azioni (…) di cui si ha anche una sorta di modello. Io compio questa azione e mi attendo che nel mondo avvenga questo e quest’altro in base alla mia azione. L’intelligenza artificiale ci aiuterà in questo”.
Alle preoccupazioni dell’imprenditore Elon Musk che un giorno l’intelligenza artificiale possa dominare e sopraffare il cervello umano e che la macchina finisca per prevalere sull’uomo, Zuckerberg risponde al giornale tedesco dicendo che “questo timore sia isterico”, mentre alla domanda su come sia possibile garantire che i computer e i robot servano gli uomini e non viceversa, egli dichiara “Penso che in genere tutte le macchine che noi sviluppiamo servano alle persone, altrimenti avremmo davvero combinato un bel guaio. (…)Nel corso della storia sono state sviluppate molte macchine per fare qualcosa meglio di un uomo. Credo che in quest’ambito la gente sopravvaluti ciò che l’intelligenza artificiale è in grado di compiere. Il solo fatto che si possa sviluppare una macchina che può fare una certa cosa meglio di un uomo non significa che essa abbia anche la capacità di apprendere in altri ambiti o di collegare differenti tipi di informazioni e di contesti in modo da riuscire a compiere qualcosa di sovrumano”.
L’ultima domanda riguarda il Social Facebook. Il giornalista chiede a Mark Zuckerberg se riesce ad immaginare come sarà tra dieci anni: “(…) Fra dieci anni la community sarà molto più grande e, soprattutto, comunicherà attraverso i video della Virtual Reality. Con il tempo, la possibilità di condividere intere scene di vita diventerà un prezioso sussidio”. Il Ceo di Facebook conclude l’intervista con un esempio: “Priscilla e io parliamo di come vogliamo riprendere i primi passi di Max con una telecamera a 360°. Quando i miei genitori e i miei parenti lo vedranno, potranno sentirsi come se anche loro fossero lì. Spero, anzi credo, che presto sarà possibile”.
L’intervista integrale tradotta in italiano è disponibile sul sito www.repubblica.it
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